È un semplice png da un print screen: l’articolo è meglio leggibile nella versione online della rivista (fra un mese sarà possibile recuperarla in archivio).
Purtroppo nel pensiero runner prevale l’idea di “abituarsi alla fatica” più che “allenare le componenti della prestazione” e spesso cedo anch’io alle insane abitudini di tanti atleti che seguo. Poi se a uno piace correre a lungo, continui a correre quanto piace. Serve davvero? Forse perché mi è andata troppo bene all’esordio in maratona.
Poi la caratteristica meglio allenabile negli amatori – e da mantenere negli anni – è la forza, corredata da un minimo di estensibilità e coordinazione: assisto a tanti miglioramenti facendo fare pochi esercizi senza toccare quantità/qualità dell’aerobico.
Non sono molto d’accordo. Ci sono argomenti “scientifici” a supporto di quste considerazioni? E poi si dice che è meglio una gara da 30 km ad un lungo da 33-35 km perché sarebbe troppo lungo…stiamo parlando di un 10-15% in meno….
qualche anno fa arrivò a 2h04′ una generazione di maratoneti da 130km a settimana e ieri è stato medagliato sui 3’000m ai mondiali indoor un quasi quarantenne che corre una volta al giorno per sei giorni a settimana
preferisci correre quanto ti piace o quanto ti serve? devi trovare quello che funziona per te
mah, non do molta importanza ai casi specifici, proprio per quello che ci siamo detti sull’altro blog. Anche Cova batteva quasi sempre Mei……
Un po’, l’argomento, l’abbiamo affrontato nei giorni scorsi; io penso e dico:perchè no? perchè non provare? Non rischio certo di giocarmi una medaglia, quindi sì, per me si può fare