Arrivo su YouTube dopo 20’000 visualizzazioni e per quanto terribile sembra una semplice disidratazione con crisi ipoglicemica, rimediabile con acqua e zucchero, probabilmente infusa per endovena dai sanitari che alla fine hanno soccorso Eliud MAGUT a poche centinaia di metri dall’arrivo della Maratona S.Antonio.

http://youtu.be/MylDS0NxqB0

Il keniano Eliud Magut già vincitore della Nizza-Cannes del 2012 con il tempo di 2:10:30, domenica a Padova alla Maratona di S.Antonio era uno dei favoriti al via con il pettorale numero 2. A meno di 1km dall’arrivo terzo in classifica, azzerato nelle forze, cadendo più volte e trascinandosi ha tentato in tutti i modi di arrivare a tagliare il traguardo in Prato della Valle. Gli ultimi metri combattuti in un mix tremendo tra lo spirito non ancora domo e i dolori lancinanti sono stati interminabili e purtroppo irraggiungibili. E’ svenuto e ha dovuto mollare chiudendo la sua gara tra le cure dei sanitari. Quei metri faticosi sono già entrati nella storia di questa corsa. L’ennesimo capitolo di un mondo, quella della Maratona, che ogni anno nel globo attira milioni di persone. Uomini prima che atleti, intenti a tagliare un traguardo che alimenta sfide interne che ci rendono anche migliori. Una fatica non solo sportiva: nella 42km c’è anche e soprattutto un grande spirito irrorato positivamente da una sana pazzia che non passa inosservata e che unisce tanti maratoneti. Questi interminabili metri percorsi da chi è diventato più famoso del vincitore, ci fanno sentire tutti tifosi. Dello sport della Maratona, della vita, di Eliud Magut, di quei ragazzi nati in Kenya che corrono per dare miglior vita a tanti sconosciuti che mai arriveranno in Europa, mai avranno ai piedi un paio di tecniche e colorate scarpe, mai saranno nelle copertine dei giornali. Ma esistono. La voglia di arrivare di Eliud Magut ce lo insegna e ce lo ricorda. La miglior fotografia è la sua. Vera, struggente, unica! (Ri.So.)

Prima di tutto chiamarlo Eroe mi sembra fuori luogo, mi vien da dire più POVERO ragazzo che probabilmente vedeva la terza posizione come un premio economico e stipendio assolutamente necessario per la sua condizione, al limite da mettere a repentaglio la propria vita. Video cmq raccapricciante soprattutto ai fini organizzativi, perché nessun giudice di gara è intervenuto prima? E la voce del soccorritore, quando è stramazzato al suolo ” Hai bisogno?”… boh a me sembra tutto cosi assurdo … purtroppo l’unica spiegazione che riesco a darmi è quella dei soldi su tutto anche a rischio della vita … brutte immagini (Ma.Ma.)

Ecco due commenti raccolti al volo da facebook, amici con visioni opposte, magari solo per il taglio, il primo professionale (è andato in stampa?), il secondo solo per la rete, almeno dallo stile. Mi è tornata in mente la mia crisi di crampi alla maratona di NYC 2007 – mai sofferti in vita mia – subito dopo l’ingresso in Central Park. Stavo scivolando verso le 2h30′ ed ero ancora fra i primi 30 quando sono stato bloccato ai retrocoscia. Allungamento, bicchieroni di Gatorade e via verso il traguardo trascinandomi a 5’/km: alla fine sotto 2h40′ e nei primi 100. Un risultato da incorniciare per molti, da meditare per me che non mi spiegavo tanta sofferenza. Mi è bastato passare una mano in viso per accorgermi delle croste di sale: da allora bevo molto di più in gara, anche senza sete, soprattutto quando il vento asciuga la canotta.

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