L’ispirazione un mese fa quando volevo parlare dell’ennesima doppietta di Mo Farah, sottolineando che il campione (forse) porta scarpe di serie, uguali all’inseguitore, personalizzate nel MoBot e buone per un piede lungo e magro come il suo (ph. Giancarlo Colombo)

Poi ieri è successo che un altro fenomeno come Eliud Kipchoge sia stato rallentato verso la vittoria e un (possibile) attacco al primato del mondo da solette ballerine marchiate per l’occasione Berlin Marathon.

2015-09-27T101305Z_644927808_LR1EB9R0SDI20_RTRMADP_3_ATHLETICS-MARATHON-BERLIN-kiNI-U130285509410bNH-620x349@Gazzetta-Web_articolo_cropMi ricordo calzini mangiati dalle tomaie – se non sbaglio capitò a Patrick Makau, anche lui vincente in 2h05’08” a Berlino nella piovosa edizione 2010 – mai solette in fuga dalla tomaia. Forse troppo piccole? La sagomatura ai bordi sembra giusta per rimanere sul fondo di una scarpa ben allacciata con il chip fra le stringhe. Non ero in diretta davanti al televisore, altrimenti avrei consigliato anch’io un rapido pit stop per rimuoverle (ph. Reuters).

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