Un gioco che riesce meglio un meriggio verso il solstizio, quando le ombre non si accorciano troppo, e quando la porta si apre in questa stagione ancora tiepida.
Comincio con la gamba stramba, quella irrimediabilmente scassata al ginocchio, e vuole comunque funzionare. E continuo con quella buona, che sopporta il sovraccarico fino a farsi male per l’altra che sta peggio.
Alla fine questa è la giusta sequenza, con la fessura dal basso-sinistra all’alto-destra. Le altre immagini sono una composizione di realtà e flip orizzontale, sempre in equilibrio.
Che poi non è facile coordinare l’appoggio del piede sulla pedana molto instabile con la mano destra che cerca l’ombra nella lama di luce. Senza cadere.
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