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Potrei saltare Gomarolo in salita se tagliassi per Cunchele, rischiando la contravvenzione in auto perché il transito è consentito solo ai residenti, rischiando la tachicardia in bici perché la strada pende molto. Invece ci sono passato come un caccia di ritorno dalla Corsa del Trenino, in scia al gruppo di auto che si compatta dietro al pilota più lento.

Amici con maggiore anzianità podistica mi hanno raccontato che un tempo a Gomarolo c’era anche una gara di corsa, che immagino su e giù in quell’ansa di Altopiano, ben frequentata allora anche dai campioni di pianura in un periodo di pausa per la pista. Tante gare nate 40 anni fa hanno poi rinunciato al colpo di pistola e hanno abbracciato la partenza libera per diluire sulle vie le migliaia di partecipanti che affrontano la prova a passo libero. Alcune invece hanno mantenuto la dicitura “non competitiva” pur redigendo classifica e premiando i primi di categoria.

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Mi è capitato sott’occhio il volantino di una corsa in salita con le caratteristiche appena descritte, ufficialmente organizzata dalla parrocchia della località di arrivo. Come configurarla? Mi tornano in mente le parole del presidente FIDAL Alfio GIOMI, in visita a Padova due mesi fa “La strada è in preda alla più totale deregulation: abbiamo creato una commissione con compiti di riordino del settore. I risultati si vedranno già in autunno“. Ci sono tante gare di varia storia e strana natura senza bollino della federazione: un dest-riga è richiesto anche dagli organizzatori in regola … allineaticoperti. Dopo il rompete-le-righe la festa può continuare.

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