Alla sua prima edizione la 24 ore su pista di Padova, organizzata dallo Sri CHINMOY Marathon Team, poco conosciuto in Italia ma molto apprezzato all’estero, è stata una bella gara. Non solo per come è andata a finire, ma anche perché mi ha permesso di tornare a provare le sensazioni che mi mancavano da un anno da Katowice POL (qui descrizione, qui resoconto).

24 ore di Padova 2013 028_crop_res

Non molti i concorrenti alla partenza, 26, in quanto correre per 24 ore su pista è piuttosto duro: più che su strada, bisogna tenere di testa, stare sempre concentrati, gli avversari sono sempre a vista, controllando di continuo vantaggio o handicap.

I00001_res_markOre 9.00 di sabato mattina pronti, via! Obiettivo ritoccare il personale, ambizioso, ma doveroso se si vuole essere determinati e convinti. Tutto bene sino alla dodicesima ora: percorsi 120 km. Poi si inverte nuovamente il senso di marcia (per regolamento ogni 4 ore) e girando in senso antiorario inizia a farsi sentire il problema al piede sinistro. Che fare? Resistere e cosa altro? Soffrire è il mio mestiere vado ripetendomi, se non facesse per me non correrei le ultra.

È buio, inizia a far freddo, sono solo, Raffaella è andata a casa con la promessa di tornare domattina presto, ma intanto stanotte me la devo giocare da solo. Non riesco a tenere la media dei 10 Km all’ora, mi dolgono i piedi, le gambe, grande stanchezza diffusa, mi fermo al mio ristoro personale cerco del glucosio ma l’occhio vede una Red Bull che mi sono portato assieme ad una Monster: in un attimo mi sto già scolando la Red. Riparto e mi sento già rinfrancato: non so l’equivalente di quanti caffè contenga, ma funziona.

Passano altre ore e mi rendo conto che il personale è sfumato, ora diventa imperativo portare a casa la gara, costi quel che costi. Così faccio la gara sugli avversari; se loro aumentano aumento anch’io, se loro rifiatano io faccio uguale e avanti così. Lo stress nervoso è enorme non posso distrarmi neanche per fare pipì perché li seguo con la coda dell’ occhio.

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Finalmente arriva un’alba fredda e umida ma carica di determinazione a non mollare; arriva anche Raffaella così non devo più fermarmi al ristoro o a cambiarmi qualche indumento, me lo passa lei al volo o glielo chiedo il giro prima. Il cronometro di gara segna ormai 23:55. Ultimi 5 minuti! Tutti incitano e applaudono, non sento più nemmeno la fatica, che strano forse sarà l’adrenalina, ma ecco lo sparo: è finita con 214,812km, conservando 4 km di vantaggio su Nitish Zuidema, nazionale olandese già conosciuto ai Mondiali dello scorso anno. Un bel rientro in gara sulle 24h dopo un anno alla ricerca della sicurezza e serenità necessari.

Un grazie a tutti gli Amici Maratoneti e non, che mi hanno pensato e rincuorato anche telefonandomi durante questa performance (eccoci all’arrivo della Mezza del Brenta … ONE SHOT!).

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