Oggi verso mezzogiorno ho telefonato a un amico, di solito lesto a rispondere, che dopo mezz’ora mi ha richiamato ancora ansimante dalla corsa “che caldo, oggi! sto sgrondando”. Un’ora dopo ho trovato il modo di uscire dopo aver recuperato il completino più leggero, quello che mi ha accompagnato nella stagione più bella (1992), quello che ha vestito anche Richard CHELIMO in un record del mondo sui 10’000m – l’ultimo sopra i 27′, prima che volasse per 40″ in 4 anni.

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Non faceva poi così caldo, ma era il primo vero caldo. Forse perché sono abituato a girare in bici sotto il sole, forse perché non ho corso così forte, alla fine la canotta era asciutta, o meglio, asciugata dalla brezza secca. Infatti ho cominciato a gocciolare solo quando mi sono fermato. In pochi giorni ci adatteremo e in poche settimane sarà conveniente correre al mattino presto o verso sera. E in mezzo bere, tutta l’acqua che serve, e mangiare, tutta la frutta e la verdura che ci offre la stagione: con sommo dispiacere le arance si stanno esaurendo.

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