La correlazione frequenza cardiaca verso ritmo o velocità è molto utile soprattutto per calibrare lo sforzo in attività outdoor molto suscettibili alle varianti esterne (pendenza della strada, vento, condizioni dell’asfalto nel ciclismo), ma negli anni ’70 si cercò una corrispondenza fisiologica altrettanto suscettibile alle varianti interne. Forse perché si è lavorato molto con atleti resistenti, se non maratoneti, si fece coincidere la deflessione con la soglia anaerobica.

      1. 00_tutto_crop_FBIn mezzo a un insieme di punti passa sempre una retta e la sua bontà è misurata dall’indice di correlazione denominato R², tanto migliore quanto più si avvicina a 1,0.

        y = 6,3922x + 89,804 | R² = 0,973

      2. 01_Orlando_crop_FBPoi togliamo la parte oltre la quale vediamo la deflessione e otteniamo un’altra retta e un altro indice.

        y = 7,7273x + 75,818 | R² = 0,9741

      3. 02_Polar_crop_FBProbabilmente l’antico software del maggior produttore di cardiofrequnzimentri si sarebbe fermato alla prima deflessione e sarebbe stata comunque una buona retta.

        y = 9,0238x + 63,131 | R² = 0,9829

      4. 03_retta senza testa e coda_crop_FBLa porzione più significativa è quella centrale, considerato che l’atleta non corre di solito a meno di 10km/h.

        y = 6,3333x + 92,833 | R² = 0,9852

      5. 04_tutto senza coda_crop_FBE anche togliendo solo la coda la retta è molto buona.

        y = 5,5473x + 101,78 | R² = 0,9894

Sfogliando le carte ho trovato numeri e punti: (re)incolonnando i numeri in grafico a dispersione, i numeri si esprimono così. Vale più l’occhio del tester che l’algoritmo mai trovato: nel frattempo il coach entra in sintonia con il cuore dell’atleta.

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