CIMG4580_crop_FBDopo aver ascoltato il silenzio, lo sparo fa partire la gara dei “30” alle 08:00 in punto e non provo invidia, pensando che le distanze più lunghe sono partiti da due e cinque ore. Il primo chilometro in discesa mette le ali al gruppo, ma due curve a destra e la leggera salitella che porta al ristorante alla Mena fanno tornare la calma tra i concorrenti. Si svolta a destra dove è ben visibile il cartello che indica il sentiero 100 e inizia una rapida ascesa “single track” che conosco per aver effettuato una completa ricognizione della salita.

Mi accompagno ad altri due concorrenti che m’impediscono di esagerare e saliamo con un buon passo perché in questo tratto non si corre. A quota 850m il sentiero si allarga ed è anche il primo contatto con Elisa e Loretta, la pendenza si addolcisce rimanendo sempre al coperto di un bosco: è un tratto che mi piace e che percorro a buon ritmo portandomi a Campo Croce dove incrocio per la prima volta la “Giardino” e ritrovo anche i fratelli Davide e Matteo. È passata un’ora e sono quinto.

CIMG4552_FBDopo Campo Croce una nuova scala mi fa salire di quota e quando sono a circa 1.400m esco definitivamente dal bosco e inizio a costeggiare la strada che mi offre il supporto di più incontri con il gruppo di amici che mi sta seguendo. Il sole è alle spalle ma vuoi per la quota vuoi per la stagione autunnale non è particolarmente caldo, anzi, quando si alza lo sguardo, accende il bianco del sacrario che di tanto in tanto appare ed è sempre più vicino. Il percorso esposto ed in salita avvicina anche le distanze con gli altri atleti in gara e dopo aver superato un altro concorrente sono quarto e vedo a poca distanza la coppia che mi precede.

CIMG4564_FBScelgo di non accelerare per raggiungerli immediatamente sapendo che la strada è ancora lunga. Dopo circa un’ora e quarantacinque salgo le scalinate del sacrario e sulla via Eroica trovo ancora gli amici che mi incitano e accompagnano, veramente emozionante. Non c’è tempo da perdere al ristoro con controllo cronometrico perché sta per iniziare la discesa. Dopo il breve tratto d’asfalto che segue al rifugio Bassano si prende il sentiero 80.

È un susseguirsi di tratti su sentiero, strada bianca, pascolo, prati e strada asfaltata e sempre con la massima attenzione: infatti davanti a me vedo chi mi precede subire un infortunio e quindi mantengo un ritmo alto ma prudente, considerando che la stanchezza non aiuta. Siamo ormai scesi a 1.000m, ho raggiunto il terzo in classifica, infortunato, ma che sembra non voler mollare; conosco la salitella su strada bianca e poi asfaltata che ci conduce al secondo ristoro di Col Campeggia – so che posso recuperare: infatti vedo contemporaneamente il ristoro ed il secondo in classifica che stacco definitivamente poco dopo.

CIMG4555_FBNon conosco il tratto che mi separa dall’arrivo, ma leggendo sul garmin 2h 45′ penso ormai che la discesa e la conclusione non siano lontane, ma mi sbaglio. Si abbandona un sentiero preciso e si sale verso le trincee della Prima Guerra Mondiale; il passaggio è suggestivo ma sono stanco e non vedo l’ora di abbandonarmi in discesa. Poco dopo vengo accontentato, la svolta secca a sinistra è l’inequivocabile segnale dell’inizio del definitivo rientro.

Il sentiero è ripido ma si può sviluppare una certa velocità ed è ideale per chi, dotato di tecnica, sa avvantaggiarsi in discesa: infatti vengo raggiunto da una “gazzella” e dopo essermi assicurato che era un ragazzo della “46” lo lascio tranquillamente andare. Scelgo di procedere al mio ritmo senza esagerare, ma non basta a salvarmi da una caduta che però non avrà conseguenze sul mio corpo e sul mio cronometro. Sono anche consapevole che la velocità non sostenuta mi espone ad un possibile congiungimento con il terzo in classifica; quando questo avviene non mi stupisco, lo lascio passare ma non mi faccio staccare.

CIMG4596_crop_FBNon ne posso ormai più, sento i piedi infestati dalle vesciche, il via è stato dato da più di tre ore e finalmente il tratto di discesa tecnica termina, si lascia la palestra di roccia a sinistra e si vede la fine, ma sono sempre in compagnia. Ultima decisione della giornata: con uno scatto sproporzionato, sgangherato e anche fuori luogo mi prendo la seconda posizione accompagnato da mio fratello verso il traguardo e dal bacio di Elisa.

Chiudo la gara in 3h20’02” a 13’39” dal primo: in questa “30” c’e’ anche un primo classificato che non ho mai visto, dal momento che ha corso un’altra gara solo contro se stesso. Ma una classifica l’ho vinta di sicuro, quella del tifo degli amici che mi hanno seguito in ogni modo e quella del numero delle fotografie scattate.

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