Per usare un paragone ciclistico, la Giulietta & Romeo ricorda molto la Milano-Sanremo: è la classicissima di inizio stagione dove si vede chi durante l’inverno si è allenato bene e chi è rimasto a mangiare i panettoni. La partecipazione moralmente è obbligatoria e la conferma arriva dagli oltre 8000 partecipanti che si sono presentati al via. Il tempo per fortuna è stato abbastanza clemente. Molti di noi si aspettavano la temutissima pioggia che però ha lasciato spazio ad una giornata di cielo coperto.

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Personalmente si trattava di una gara particolare, in quanto era la mia prima nella nuova veste di padre di famiglia. Ciò mi ha tolto un po’ di ore di riposo, però mi ha dato maggiori stimoli e motivazioni. Per l’occasione ho corso con un fiocchetto azzurro (di quelli che si usano per fare i pacchi regalo). Era un modo per ringraziare i miei amici della Scuola di Corsa che settimana scorsa hanno corso tutti quanti con il fiocco. Il percorso era identico a quello dello scorso anno, quindi avevo l’ulteriore piccolo vantaggio di conoscerlo.

Con il mio coach Enrico Vivian ero stato chiaro: A Verona non andrò a fare il turista o a pettinare le bambole, ma ci andrò per portare a casa il personale. Iniziare la stagione agonistica con un buon risultato è importante. Ho fatto un ottimo riscaldamento, mi sono messo nella parte finale della mia griglia a dieci secondi dallo sparo. I primi chilometri sembravo Alberto Tomba. E’ stato un continuo slalom per recuperare più posizioni possibili. Dopo un paio di chilometri finalmente ho trovato la mia velocità di crociera dove correre per me era diventato un divertimento.

La mia gara è stata in rimonta, finalmente il numero delle persone che sorpassavo era maggiore del numero delle persone che mi superavano. Ed è stato così fino al traguardo. Durante il percorso mi sono preso il lusso di superare uno che diceva di andare a cento all’ora (Gianni Morandi) e un campione olimpionico (Gelindo Bordin). Questa cosa non mi era mai capitata, anche se bisogna dire che Bordin stava allegramente passeggiando stringendo mani e salutando tutti i partecipanti.

Gli ultimi chilometri, dopo una curva a gomito a destra, ho dato un’ultima accelerata. Sapevo di aver fatto il personale ma non volevo correre rischi. Spettacolare il passaggio dentro all’arena. Alla fine ho chiuso con 1’43’11. Personale abbattuto e promessa mantenuta. Noi di Scuola di Corsa eravamo in tre. Oltre al sottoscritto, c’erano Enrico Lunardon e Alessandro Zanin. Tutti abbiamo concluso con un buon tempo.

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L’organizzazione è stata impeccabile dal ritiro dei pacchi gara al trasferimento finale verso il punto di partenza. In fondo se 8000 persone si iscrivono ad una mezza, qualcosa significa. Ha funzionato tutto alla perfezione senza particolari problemi. Per il 2016 mi aspetto un’altrettanta folta presenza, compresa probabilmente la mia.

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