2047722-mennea_v_cropCarlo Vittori, l’allenatore di Pietro Mennea, è stato molto più drastico “l’atletica non esiste più” su La Stampa tre mesi fa … una volta l’atletica era track and field, oggi è on the road: cosa ha di che spartire la maratona con piste e pedane?chi lavora bene qualcosa ottiene sempre … qui c’è il deserto: c’è stato un degrado culturale pazzesco, nessuno si è battuto a fondo per ricordare agli ignoranti che dal gesto atletico parte tutto, ne guadagnano tutti gli altri sport se rispettano l’atletica … ho quasi 84 anni, il deserto purtroppo lo noto nell’aridità di chi dovrebbe divulgare lo sport: ormai posso solo assistere.

Sono stato gentile con la fiction Pietro Mennea – La Freccia del Sud, rimuovendo ogni appunto fin dalla corsa con Martina sulla spiaggia di Barletta, prima che lei partisse per la Germania, alla vista di un moderno furgoncino sullo sfondo dopo 10’30”.

NUMERO 219   _01_cropAl tempo! E mi sono richiamato dietro ai blocchi: se cominci così è finita prima di partire! Mi sono quindi goduto la narrazione e i feedback positivi di chi non guarda spesso l’Atletica: mamma FIDAL gongola per i (5,3 + 6,7) milioni di spettatori (20 + 25)% di share e la mia vicina di casa, appassionata di gialli in TV e di solito taciturna, ha voluto farmi sapere “ho visto Pietro Mennea e ho pensato a lei”. Inutile spiegarle che lui è di un altro mondo, 5 Olimpiadi a 0 (con oro e bronzo), pluricampione europeo e storico record del mondo.

Falso storico! Sembra essere stato il commento tecnico del presidente FIDAL Alfio Giomi, ben argomentato nell’ultimo SPIRIDON da Giors Oneto, Luciano Barra (*), Augusto Frasca, Giorgio Barberis, Vanni Lòriga, Pino Clemente, Salvo Grenci, Ruggero Alcanterini (qui su facebook e in replica). Anzi, il tema ha quasi monopolizzato il numero 219 (9+ 2 pagine su 16), seminato in rete come pdf.

Basterebbe inizio e fine del pezzo di Giorgio Barberis “Il prodotto della Rai doveva e voleva essere la storia di Pietro Mennea, e invece ne è venuto fuori un fumettone, che sfiora la realtà del Campione ma è lontano dall’uomo, indulgendo in mielosità e falsi storici … E se qualcuno ritiene che, comunque sia, anche un fumettone va bene purché si parli di atletica, diciamo che è il modo peggiore per tentare di fare propaganda e che vedere, per esempio, un professor Vittori che fuma mentre allena è non solo offensivo della realtà, ma anche altamente diseducativo per i giovani“.

NUMERO 219_08_cropVale leggerli tutti, anche solo per rendere onore a sommi custodi della memoria atletica e giornalistica. Ecco come conclude Augusto Frasca “Mennea, e con esso lo sceneggiato, ha dimostrato come prima regola per raggiungere risultati di valore sia sudare, e molto, su un campo d’allenamento“o chiosa Vannin Lòriga “anche la fantasia ha un limite. Mennea guadagnò l’oro olimpico ed il primato del mondo con un lavoro durissimo e ragionato che non si limitava certo al traino di copertoni di automobili“, ma il pezzo più bello è l’estratto dal Corriere dello Sport del 13/09/1979 “È difficile adesso, a caldo, mentre Mennea sparisce, sommerso da una marea di cineoperatori, di operatori televisivi, di fotografi, di giornalisti impazziti, è difficile adesso dire cosa valga un tempo del genere. Certo è grandioso: significa aver corso due volte i 100 metri in 9″86 (il record del mondo sui 100m era 9″95, ndr), significa soprattutto avere infranto barriere che sembravano mitiche punte, significa aver ottenuto questo solo con il lavoro e con la dedizione. Significa aver servito l’Atletica, nell’unico credo che un uomo dovrebbe avere: fare bene quello che si sta facendo“.

(*) errata corrige nel secondo intervento (e Augusto Frasca in scia): l’arrivo vincente di Alberto Cova è alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 #498 (vd. 1h12’30”), non ai Mondiali di Helsinki 1983 #464 – qui con gli Europei di Atene 1982
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