Sono arrivato presto sabato mattina all’AlpStation, prima ancora che aprisse l’Expo, per accompagnare un manipolo di runner lungo il Brenta. Alla mia Alfa in pole position davanti al cancello si è poi accodato il furgone di Nico Valsesia al quale mi sono offerto di dargli una mano per il trasporto del materiale. Così mi è capitato lo scatolone dei libri, se mai qualcuno avesse voluto acquistarne. “Difficili da trovare in libreria” dice Lorenzo Doris, nonostante le 8’000 copie alla 7^ ristampa.

20150404_101036_crop_crop_FB

All’apertura noto la firma di Andrea Schiavon, compro la mia copia per l’autografo e faccio notare a Nico il link, subito corroborato dall’arrivo di mio fratello Luigi, classe ’74 come Andrea e avversario in molte gare di marcia giovanile. Così Nico whatsappa un’altra foto a completare la famiglia, ricevendo conferma dall’altra parte del suo apparecchio militare.

“L’ha scritto lui!” mi dice Nico riferendosi ad Andrea che è possibile leggere quotidianamente su TuttoSport e mensilmente su Correre, ma solo una volta mi è capitato di sfogliarlo su più pagine, sedici nel numero 317 – gennaio 2011 col reportage dal Kenya. Mi son bevuto il libro in tre giorni, troppo in fretta, avrei dovuto diluire un capitolo al giorno e metterci due settimane, ma quando comincio divento ingordo.

Merito forse dello stile semplice, quello che Nico usa in pubblico e in televisione, e Andrea ha rispettato, scandendo i tempi e potando i particolari che appesantiscono gli occhi. “Mai avrei pensato di scrivere un libro …” chiude Nico nei ringraziamenti e quindi si è fatto aiutare da chi edita e digita di professione, come capita spesso per gli americani (qui Alberto Salazar con John Brant e Scott Jurek con Steve Friedman), più difficilmente per gli italiani.

Share