Avevo promesso qualche parola in più sulla vaccinazione alla fatica, a come Gianni del Buono chiamava quegli allenamenti che andavano oltre il significato fisiologico per cui erano stati immaginati, sognando adattamenti verso risultati di là da venire, spesso rimasti nelle intenzioni o arrivati quasi per caso.

CORRERE nr.372_ottobre 2015_pagg.20-22

Immagino che la neurofisiologia più volte invocata nel pezzo di Orlando abbia avuto gli stessi sviluppi della neuropsichiatria incontrata con Louann Brizendine quattro anni fa, ma non so quanto possa aiutare il calcolo del carico esterno nel momento della programmazione, piuttosto la valutazione del carico interno durante l’allenamento, a come spostare l’accento nel momento del disagio, soprattutto in caso di modifiche rispetto al lavoro previsto. Qui sta tanta arte di allenare, cercando carichi esterni crescenti a parità di fatica, sommando le componenti nei giusti tempi verso la prestazione.

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