IMG-20151022-WA0001_crop_FBMi chiama sempre Maestro, come se io avessi qualcosa da insegnare, e anche stavolta è Simone Dal Santo a farci la sua lezione di Maratona, dopo quella di 24h sul tappeto.

Quando ho cominciato a correre e mi sono affacciato per la prima volta al mondo della Maratona (notare la “M” maiuscola per riservarle il rispetto che merita) qualche amico molto più esperto di mi disse che la Maratona inizia dall’iscrizione. Niente di più vero con l’iscrizione si cominciano a guardare date, allenamenti e tabelle … ci sei dentro fino al collo, o perlomeno con tutte le scarpe!

Quindi quando ho deciso di partecipare alla nona edizione della Lake Garda Marathon assieme al mio grande Amico (notare la “A” maiuscola) Agostino Padovan, avevo messo in preventivo tre duri mesi di lavoro. Gli allenamenti si svolgevano con costanza e negli orari più disparati e disperati, avevo ancora uno strascico di tendinite al ginocchio sinistro dovuta alla Maratona di Roma dove ero stato messo in guardia dal buon Matteo Vivian sui famigerati sanpietrini che si sono rivelati deleteri.

4827075I giorni passano e si arriva così alla vigilia del grande giorno (sabato 17 ottobre) pensando e ripensando al lavoro svolto e dubbioso di aver fatto tutto per benino, cercando di tenere alto l’umore e far calare la tensione. Il mattino successivo la sveglia suona alle 5:30 ci si alza senza tante storie e si fa colazione non trascurando il minimo aspetto, l’abbigliamento è già pronto dalla sera prima il pettorale 274 attaccato con cura sulla canotta bianca Nico Runners e penso che la nona edizione mi porterà fortuna (il 9 è il mio numero fortunato).

Vestiti e con il nostro sacco da consegnare prima della gara ci avviamo al traghetto che ci attende alle 6 e 50 sul molo per portarci alla partenza di Malcesine e l’imbarco e la partenza filano lisci nella buia macchia del grande lago. Arrivati alla partenza il meteo dava segni piovosi ma la temperatura era ottimale (circa 14°) e con il passare del tempo si è sistemato in un meraviglioso cielo coperto … tutto per adesso filava liscio. A cinque minuti dalla partenza l’ultimo abbraccio con il mio Amico Agostino le solite raccomandazioni e l’adrenalina si alza a ritmo della musica.

Cinque,quattro, tre,due,uno e si parte! Mi spingo più avanti per trovare subito strada libera e assestarmi sul mio passo Maratona il prima possibile, le gambe reagiscono bene alla partenza e mi sento determinato. I primi chilometri (circa 7) si corre a bordo lago, un vero incanto suggestivo e armonioso come le curve e i saliscendi che incontro in questo tratto, poi si comincia con piccole salite che ci portano sull’asfalto e nella strada che ci porterà, nei prossimi 23 km a Torbole.

IMG-20151022-WA0002_crop_FBL’andatura è buona e il mio Garmin 610 scandisce i km a ritmo costante … ci sono dentro! Il primo test è il passaggio alla mezza e lo passo con i migliori auspici con il tempo di 1:28:50 e continuo con questo ritmo fino al 33° quando supero Monica Carlin (arrivata seconda cat. donne) e dove la strada comincia leggermente a salire e decido quindi di risparmiare le forze per i prossimi chilometri. Mi trovo quindi al 40° con ancora forza nelle gambe e lucido da pensare che oramai è fatta e non devo mollare, la mia media al km è ancora molto buona.

Alla vista del 41° l’adrenalina si è imposessata di me e ho cominciato a spingere sulle gambe e ad alzare la velocità, portandomi con rapidità all’utima curva e a tagliare il traguardo con il tempo di 3h03’37”. La felicità è stata immensa, una Maratona dove tutto è filato come volevo, nessun intoppo di scarpe, dolori, meteo, percorso.

Vi chiedo scusa se vi ho tediato con questo racconto… Ma siamo gente di “strada!” un pò pazzi e un pò poeti.

Grazie a tutti, Simone Dal Santo

PS in assenza di foto di gara ho recuperato le mie a Treviso 2013 e a Padova 2012, insieme ad Agostino e a Denis

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