Piaciuta? Tornerai? In due parole la sintesi ultima di una corsa che Andrea Rigo ha dilatato in quasi 10’000 battute: anoressico per mesi e poi diventa bulimico nella corsa di casa, che non vorrebbe più correre così. Eppure conosce le strade metro per metro, sapeva cosa doveva affrontare e aveva eliminato (come me) il disagio logistico arrivo-partenza. Quello si in discesa, col bus navetta.

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Tante parole nel Giornale di Vicenza sono di convenienza o sublimate dal podio e illustrate dalla vittoria. Il percorso era stupendo ma era da fare alla rovescia o in qualche altra maniera equilibrando di più i dislivelli. Se non cambia qualcosa, mi dispiace ma l’anno prossimo non ci sarò di sicuro neanche io. A differenza di Andrea – con cui sono in telepatico accordo – vorrei continuare a farle tutte, come la Mezza di Bassano. Entrambi, innamorati dei nostri territori, vogliamo il meglio per loro.

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La bozza di altimetria non rende merito alle continue variazioni, allungamenti e regolazioni, soprattutto nell’ultimo tratto dei 30km, mentre in mezza sono decisamente più sopportabili (qui il feedback GPS di mio fratello Davide). Penso che continueranno le acrobazie di Giorgio Marchesano e Turi Sambo e tutto lo staff. E se continuiamo da Villaverla a Schio, io farei solo la mezza, in modo da ritardare un’ora la partenza, soprattutto se la gara rimane a fine novembre.

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A proposito di acrobazie, ecco quella di Claudio Caio Stefanello per recuperare un palloncino salito sul soffitto della palestra, fenomeno sugli scalini e poi sui tic-tac del GPS, visto lo sfasamento dei cartelli nella prima parte: 5 misurazioni in 8 edizioni, chi si ricorda l’ultima borchia, quella in corso di validità?

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