Ha perso la Strada, ha perso l’Arcella, gli sono rimasti il passaggio davanti alla Basilica e il nome in seconda fila nella nuova Maratona di Padova in partenza dall’Euganeo: all’uscita di pista dopo 200m ho buttato l’occhio dall’altra parte e ho visto l’intero rettilineo ancora in cammino verso la curva dall’altra parte.

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Poi bene i primi 5km in 19’41” meglio i secondi in 19’34” e ancora i terzi in 19’20”. Passeggiavamo fin troppo bene sotto i 4’00” guidati da Michele Bedin, Cicerone fra le sue strade dopo il 2h33’49” a Roma la scorsa settimana. Per l’occasione si è improvvisato personal pacer di Teresa Montrone, terza all’arrivo in 2h43’51” e unici a reggere il ritmo, aumentandolo nel finale.

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Prendo a prestito il 2h46’48” di mio fratello Luigi, con cui dovevo correre assieme (1h22’48” + 1h24’00”) e magari arrivare assieme, per rientrare nelle magie della tabella invocata dal mio omonimo Lunardon. Mi bastava molto meno per rientrare nella distanza, perdere anche un 10% dalla mezza se non l’8% al posto del mio solito 6-7%, non il 3-4% dei veri maratoneti come Ruggero Pertile.

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Oggi vincitore in 2h12’16” (1h05’29” + 1h06’47”) dopo 1h03’29” ai Campionati Italiani di Fucecchio 06/03. Per me tutto bene fino a 10km, poi l’indurimento alla caviglia è salito sul tendine di Achille fin quasi al polpaccio. Rapidamente! E ho deciso di rallentare, a Selvazzano, per raggiungere sulle mie gambe Prato della Valle in 8km senza aspettare il servizio di recupero che, chiedendo, non ho trovato.

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Mi ha fatto compagnia Renato Tiso, ora in bici sulla stessa strada, 30 anni fa in pista e campestre nelle stesse categorie. Così parlando di atletica mi è tornata in mente l’ultima disgrazia di Kenenisa Bekele, più visto in gara dalla maratona di Dubai 2015/01. Spero di essermi fermato in tempo e tornare prima, parlando di tempi a inizio settembre.

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Intanto alcuni numeri di questa maratona (1’736 arrivati) che cresceranno come quelli della mezza (2’123 arrivati) come nel numero degli iscritti (4’500 dichiarati ieri in conferenza stampa). Io mi metto fra i 641 dispersi con la speranza di completare il giro dall’Euganeo al Prato, passando per Abano.

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