Mi sono perso il cartaceo di Marco Bonarrigo nel Corriere, spero ci sia tutto online su Wayde van Niekerk – 4’000 battute per riflettere: c’era già molto 8 mesi fa prima dell’esplosione galattica a Rio

Richiesta di rivelare i suoi segreti, Ans Botha, l’allenatrice di atletica leggera più famosa del mondo, estrae tre oggetti dalla borsetta e li allinea sul tavolo: cronometro di basso costo, fischietto arancione in plastica, quaderno a quadretti. Tutto qui? «Tutto qui. Le cose più importanti le porto addosso: la mia curiosità, gli occhi per guardare in faccia gli atleti dopo l’allenamento, le mani per sentire i loro muscoli».

«Tannie Ans» («zia Ans» in afrikaans), sudafricana, è salita alla ribalta internazionale due anni fa, scioccando l’ambiente conservatore dell’atletica leggera mondiale: è donna, ha 75 anni e ha fatto sbocciare l’immenso talento di Wayde van Niekerk, il 24enne sudafricano che all’Olimpiade di Rio dello scorso agosto ha demolito lo storico record del mondo di Michael Johnson sui 400 metri correndo in 43”03 e surclassando, sul piano tecnico, Usain Bolt. Ans non nasce allenatrice: «Da ragazzina ero una velocista, da adulta una segretaria d’azienda col patentino di coach. Lo usavo solo per i figli pur sapendo che un genitore non deve allenarli, perché non ha sufficiente distanza per poter essere obiettivo. A 65 anni ho deciso di godermi la pensione girando il mondo con mio marito. Ma lui è mancato subito. Per non morire dentro, ho cominciato ad allenare a tempo pieno sulla pista di Bloemfontein. La vita ha un senso solo se fai qualcosa per i ragazzi». I suoi ragazzi oggi sono 26 velocisti tra i 15 e i 25 anni.

A metà 2012 le si propone un 22enne magro e timido: «Wayde aveva paura perché io sono considerata severa. Io sudavo freddo: era il primo grande talento che mi voleva come coach, non avevo esperienze a quel livello. Mi misi a studiare e a studiarlo come una matta e dopo un anno capii cos’avevo tra le mani: un velocista purissimo ma col fisico così fragile da lacerarsi per la brutalità dell’allenamento degli sprinter. Gli proposi di dedicarsi ai 400 metri: in due anni avremmo provato a innestare sulla sua velocità una preparazione da mezzofondista». Nel 2015 Wayde Van Niekerk è il primo uomo nella storia dell’atletica a correre i 100 metri sotto i 10”, i 200 sotto i 20” e i 400 sotto i 44”, vincendo il titolo mondiale a Pechino ma soffrendo così tanto da finire in ospedale dopo il traguardo, in debito d’ossigeno. «Wayde non si infortunava più — spiega Ans — ma continuava a farsi del male. Da allora abbiamo inserito giorni dedicati solo al sonno, sedute lunghe da specialista del cross country e lavorato all’infinito sulle cose che gli piacciono di più: saltare e ballare».

Sul telefonino la Botha ha registrato le sequenze di balzi di Wayde, più simili ai movimenti di un rapper che a un esercizio tecnico e con una colonna sonora costruita a quattro mani. Allenarsi in Sudafrica non è una passeggiata: «La nostra pista è in erba — spiega la Botha — ma per il periodo invernale il fondo morbido va bene. E l’Università ci chiede di pagare il biglietto d’ingresso: 150 rand (circa 10 euro, ndr) a sessione per ciascun atleta. Fino a Pechino, i massaggi a Wayde li facevo io. In vista dei Giochi di Rio la federazione ci ha pagato un fisioterapista anche per i ritiri a Gemona».

Gemona, Italy: la cittadina friulana è la seconda casa per Van Niekerk, che d’estate si allena sul tartan della Gemonatletica, sui prati e sulle salite delle Prealpi Giulie. Qui, 12 giorni prima dei Giochi brasiliani, Ans ha realizzato che Wayde avrebbe fatto qualcosa di speciale. «Volevamo capire — spiega — se l’allenamento sulla resistenza avesse ridotto o meno le sue qualità di velocista. Wayne corse tre volte i 100 metri in 9”9 e due volte i 150 in 14”7. Io e il suo manager siamo rimasti un’ora sotto shock sul prato. Lì ho capito che Wayne avrebbe vinto la medaglia d’oro a Rio e che nel futuro sarà il primo uomo a scendere sotto i 43” sul giro di pista».

_VanNiekerk_pechino

Ci vedo un po’ di Carlo Vittori, un po’ di Charlie Francis, soprattutto rispetto per il Talento (con Wayde ci vuole la maiuscola).

Share