Ricordo una lezione geometrica tre anni fa in piazza Garibaldi, dopo una serata a parlare di Sport del Doping (esiste ancora?): Sandro Donati ragionava sull’estensione di ampiezza e frequenza nella preparazione generale, oltre che della forza, per convergere alla velocità nel periodo di sintesi.

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Mancava solo l’oro olimpico per completare il progetto Schwazer, in cui l’aspetto tecnico era comunque subordinato a quello umano ed etico. Lezione perduta? Come quella di Carlo Vittori?

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