Nell’intervista a Silvano Danzi sull’esperienza del campus Insubria a Varese ho trovato la nota tecnica che è stata oscurata da quella storica e geografica

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Dal punto di vista tecnico, l’attività dei nostri ragazzi negli USA é ben poco funzionale per gli impegni delle nostre nazionali. Prendiamo per esempio un mezzofondista: da metà settembre inizia con i cross, da gennaio le indoor, poi la pista con impegni praticamente ogni settimana. Con una strutturazione agonistica di questo genere diventa molto difficile rimanere efficiente anche a giugno-luglio quando in Europa ci sono gli appuntamenti importanti.

C’è molto di più in 14’000 battute (+4’000 per i curriculum), anche numeri disarmanti … negli USA ci sono almeno 200 realtà hanno un budget di oltre 500.000$ … ma si può fare molto in qualsiasi sede universitaria attrezzata: 25 anni fa gli ospiti autogestiti nei campi del CUS a Padova erano un riferimento anche per i mezzofondisti indigeni, facendo tutto con niente. Bastava poco per fare meglio.

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