Qualcuno di voi penserà “ADESSO HA ROTTO CON TUTTE QUESTE STORIE, STA SEMPRE A SCRIVERE QUALCOSA SU QUALCOSA”. Ma quello che ho dentro lo devo buttare fuori. Non ci si può tenere dentro quello che si prova. Allora scrivo

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Un anno e mezzo è passato dall’ultima volta che sono andato a Torino. Sembra un’eternità. Già a dicembre mi ero iscritto a questa mezza sponsorizzata Santander. A distanza di pochi giorni si aggiunge Alberta e in seguito anche Zanin e La Marani. Ogni giorno passo il tempo sull’altimetria (forse sembra un pochino esagerata: è sì dura ma non così dura, almeno ricordo che Torino non avesse grosse pendenze) e sul percorso. Penso “È facile, qui ci scappa il personale”. E così, con questa convinzione vado avanti. Il 16 marzo parto con l’allegra brigata direzione Torino. Il sabato mattina direzione Mole Antonelliana: volevamo visitare il museo del cinema e così la mattinata siamo stati gente acculturata chiusi tutto il tempo in un museo ed il pomeriggio direzione Parco del Valentino per il ritiro del pacco gara. A me e Zanin ci va anche bene che con il giochino delle palline vinciamo altre tre lattine di birra. Con tutta la sete che avremo a fine gara ci sta bene. E tra una chiacchiera e un bicerin si arriva al sabato sera con 21 km di passeggiata sulle gambe. La nostra mezza l’abbiamo fatta. Potevamo anche tornare a casa volendo.

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La domenica sveglia relativamente presto. L’allegra compagnia si era lasciata convincere che fosse tutta “piatta” (beh lo pensavo anche io). Partenza ore 10.00 da Corso Dante e subito su Corso Massimo D’Azeglio direzione centro. La partenza era come me l’immaginavo. Quindi parto esattamente come Verona. In maniera tale da poter riservare le energie per il prosieguo della gara. Sono oltretutto senza il garmin quindi mi tocca andare a sensazioni. Dopo poco più di un km si gira su Corso Vittorio Emanuele. “Leggera salita” direzione Stazione Porta Nuova. Stabile e tranquillo. Mantengo il passo. Dopo duecento metri si volta su Via Accademia Albertina che è in discesa la primissima parte ma poi è tutta in leggera salita fino ad arrivare in via Po che per il verso in cui la prendiamo è in salita. Qui ho la prima sorpresa. Il percorso che avevo visto ci portava da via Po in Piazza Castello. Ma non avevo capito che quello era il percorso dello scorso anno e che tre giorni prima della gara lo avevano cambiato leggermente. Si volta su Via Carlo Alberto che è almeno tranquilla come pendenza (quasi nulla). Si passa sotto casa mia il che mi dà una bella emozione. Poi si va a prendere via Roma e si Passa prima su Piazza Carlo Alberto proseguendo poi su Piazza Castello e i Giardini Reali. In questa parte della gara una discesa come quella percorsa ti allevia la fatica. Ma poi si va a prendere di nuovo una salita su Corso San Maurizio per poi girare per via Montebello (passando sotto la Mole Antonelliana) con ancora salita. Proseguendo si volta di nuovo su via Po. Stavolta in discesa andando poi ad attraversare tutta Piazza Vittorio Veneto andando poi a costeggiare il Po fino ad arrivare al Parco del Valentino. Qui chiedo l’andatura ad uno sconosciuto che stava tenendo il mio passo già da Piazza Castello. Ero ai 4’30”/km. Qui provo ad accelerare un pochino e lui mi segue. Proseguendo dentro il Valentino si passa davanti il Castello del Valentino (il Castello che ha dato ispirazione per la costruzione della Regia di Versailles). Da qui proseguo sullo stesso percorso che percorrevo quando ancora correvo a Torino. Lo conosco, so come comportarmi. Proseguo e sto bene. Si arriva fino davanti al museo dell’automobile per poi rientrare alle sue spalle e alle spalle del palazzetto dello sport e dell’ospedale (qui magari chi sta male avrà fatto poca strada) per poi rientrare su Corso Unità d’Italia dove a distanza di 100 metri ho la mia seconda sorpresa. Un tunnel di cui avevo perso ogni tipo di conoscenza. Da dove esce questo tunnel se nel percorso non c’era. Lo affronto andando poi a notare che in uscita dal tunnel vi era una piccolissima salita di 4/5 metri con una pendenza che neanche la salita verso il grappa riesce a essere simile. Qui richiedo l’andatura. Mi dicono sui 4’25”/km. Si effettua una rotonda e si ritorna nel tunnel riaffrontando di nuovo questi 4/5 metri stavolta in discesa. Da qui inizio a rallentare bruscamente. Le gambe si sentono come spezzate nel ritmo. Proseguo finché sto comunque e relativamente bene ma se si pensava che fino a quel momento la gara fosse dura ci si sbagliava perché la parte difficile comincia ora. Si esce dal tunnel girando a sinistra andando incontro ad un altro tunnel tutto in salita per poi rientrare nel verde del Valentino. Qui si affrontano gli ultimo due km più difficili della mia carriera sportiva. L’ultimo km è un continuo saliscendi che ho dannato maledettamente (e successivamente scopro che non ero l’unico).

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Finalmente si arriva agli ultimo 400 metri di gara. Ovviamente in salita. Provo a scattare ma le gambe sono troppo stanche per lo sforzo e allora tengo il passo. Arrivo sul traguardo comunque felice. Tempo 1h39’14” di GunTime, 1h38’11” di RealTime. Finalmente posso ufficialmente dire che sono sceso sotto l’ora e quaranta anche se ho impiegato 1’18” in più rispetto a Verona. Ma è la mezza di casa mia. Vuoi mettere la soddisfazione? Grazie comunque ad Alberta, Ale Zanin e Laura per avermi accompagnato e fatto sì che tutto questo fosse possibile. My Personal Best con i fantastici quattro bassanesi.

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