Magari lo recupero dall’archivio di famiglia e farò autografare a Gelindo Bordin anche una copia del suo libro – l’Anello Rosso, strano titolo per un atleta allergico alla gomma – ma venerdì sera avevo ai piedi la scarpa commemorativa per la sua vittoria olimpica e gliel’ho alzata porgendogli l’indelebile sottile.

20160130_085257_FB

Sto rigirando anche il libro di Stefano Baldini, tanto per non ripetere cose già viste nel breviario Scuola di Corsa, e sabato mattina ho affiancato testo e calzatura dorati sul tavolo d’ingresso, al volo, perché Antonella aveva fretta di partire per Verona, zona Gelindo per tanta parte della sua storia.

.facebook_1452080042444

Mi sono tornati in mente tanti momenti insieme, trasformandomi da tifoso dopo gara ai Campionati Italiani 1986 di Villa d’Almé BG e ai Regionali 1987 di Curtarolo PD a primo inseguitore all’esordio senior in quelli 1988 di Noale VE, quando un oro europeo, bronzo mondiale e futuro oro olimpico non disdegnava i prati veneti. Sempre vincente, Gelindo.

16_IMG-20151128-WA0014

Non ha bisogno di spiegazioni l’affetto che circonda sempre Stefano Baldini, icona ambulante del running italiano, ma è difficile capire quel surplus per il barbuto vicentino senza avere ancora nelle orecchie il tifo fragoroso nel mare di fango in terra bergamasca, quando scappò subito allo squadrone milanese capitanato da Cova, che aveva appena vinto tutto. Forse la prima grande rivelazione di Gelindo.

Share