Letto in una sera che non si fa tardi se cominci presto, anche dopo una festa, che non è modo di gustare un libro …

Rileggo quasi tutto, come per Cova, che l’atleta sta di là e il deejay sta di qua fra disgrazie fisiche ed eventi running.

Alcuni indugi su anni (per lui) cruciali (1967-1976) e tutto molto fluido che non può starci tanto in poche pagine.

Buono per chi ripassa la storia e per chi vuole iniziare ad approfondirla che in 50 anni sembra un altro mondo.

Nel ’99 il cambiamento è ormai compiuto, della vecchia Radio DeeJay rimane ben poco, il solco è tracciato per la strada che ci porterà ai giorni nostri.

Ci sono già la Pina, il Trio Medusa, Fabio Volo, Nicola Savino, Nikki, il dj Angelo e tanti altri. E ci siamo sempre noi, io e Albertino. E Marco Baldini (*).

Non voglio fare una radio banale come le altre, i tempi sono cambiati e la musica non può più essere il modo di differenziarci. Anzi. (pag. 78-79)

Fino a quando? I figli saranno fuori di casa e ci sarà una grande nevicata, prima di Natale stavolta, ultimo giorno.

Che mai verrà per chi vuole correre: se finisce la propria corsa può accompagnare quella degli altri, scarpe ai piedi.

E penna in mano, che la sofferenza di un’estate ha fatto aggiungere parole anche per chi non è sintonizzato.

(*) mi manca Maur(izi)o Umberto Egidio Coruzzi + attenti ai link dentro le foto
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