Dovevo saltare l’altro ramo della ferrovia per passare a salutarlo, forse avrei trovato solo gli amati libri e i ricordi che emergono tra i numeri

Link e foto raccolti anche qui alla presentazione della summa atletica per cui non c’è più posto nei quotidiani, ultima spalla per Roger.

Buongionvanni è lasciato online  (come Cimbrico) a favore di Narducci su carta, di spalla a Gimbo e a un tuffo che RLQ non avrebbe gradito.

Addio Quercetani, per 70 anni il più grande cantore dell’atletica mondiale

Il fiorentino, per 66 anni anche collaboratore de La Gazzetta dello Sport, si è spento stamattina nella sua città. Aveva compiuto 97 anni dieci giorni fa.

Andrea Buongiovanni @abuongi – 13 maggio – 17:43 – MILANO

Quasi fino all’ultimo, fino a pochi mesi fa: la telefonata puntuale e, senza molti preamboli, la proposta. “Mi basterebbero pochi righi. Sai, ero presente quella volta nel 1948 che…”. Oppure: “L’ho conosciuto personalmente, era il 1952. Sarebbe opportuno approfondire, raccontare. Posso farti mandare un articolo via fax”. Sempre con lo stesso tono: asciutto e preciso, quanto appassionato e professionale. Che rabbia, che imbarazzo, dovergli dire che lo spazio era sempre più tiranno, che i giornali negli anni sono cambiati, che ora l’informazione corre più veloce della luce.

UN PIONIERE — Roberto Luigi Quercetani se n’è andato stamattina nella sua Firenze: il 3 maggio aveva compiuto 97 anni. Tutti dedicati all’atletica. Giornalista, scrittore, statistico, storico e tanto altro: nessuno così documentato. Il più grande di tutti. Un pioniere, in Italia e nel mondo. Elegante, nei modi e negli atteggiamenti. Anche in occasione dell’ultimo incontro, felice e orgoglioso della visita e di piccoli omaggi. Al fianco della sua Maria Luisa. In giacca e cravatta, impeccabile. Sul tavolo la Gazzetta letta al mattino presto e la consueta vis polemica per le attenzioni riservate al suo sport. Fiero del fatto che, nella libreria dell’elegante struttura che da qualche tempo lo ospitava, insieme a tante pubblicazioni religiose, ci fosse anche la sua “Storia dell’atletica mondiale dal 1860 a oggi”, vangelo tra i Vangeli.

LA CARRIERA — Ricordava spesso gli approcci con l’atletica: aveva 10 anni e, in centro a Firenze, insieme a papà, lesse l’annuncio dell’oro olimpico di Nini Beccali sui 1500 a Los Angeles 1932. L’anno seguente ebbe l’onore di essere tra gli spettatori che, durante l’intervallo di un Fiorentina-Roma, assistettero al record italiano dello stesso campione milanese sugli 800. L’amore per la regina degli sport nacque così. Fino a trasformare la passione in lavoro. Quercetani, bancario e interprete, ha collaborato, scrivendo anche in inglese, tedesco, francese, spagnolo e svedese, con testate di svariati Paesi. Il primo articolo a sua firma comparve su una rivista specializzata finlandese nel 1943. Trattava di Adolfo Consolini e di Beppone Tosi. Nel 1950 fu tra i fondatori dell’ATFS, l’Associazione internazionale degli statistici, della quale sarebbe poi stato presidente per 18 anni. Nello stesso periodò fu capo redattore a distanza di “Track and Field News”. Nel 1994, quasi mezzo secolo dopo, è stato anche tra i membri fondatori dell’Archivio Storico dell’Atletica Italiana Bruno Bonomelli. Tra le sue tante date, quella del 21 agosto 1951: la collaborazione con il nostro giornale, per volontà di Gianni Brera, cominciò quel giorno. Ufficialmente: perché, sotto pseudonimo, aveva già scritto cinque volte. In rosa ha cavalcato per 66, meravigliosi anni: il suo ultimo pezzo, forse non a caso su Usain Bolt, uno dei più grandi (scritto a 95 anni suonati, quasi di nascosto da Maria Luisa, che implorava di farlo smettere…) risale al 6 agosto 2017, durante i Mondiali di Londra. L’ultima di tante opere imprescindibili, piene di insuperabili aneddoti e riferimenti unici, era uscita un paio di anni prima: “Atletica 1860-2015: curiosità, miti, personaggi e statistiche”. Premi e riconoscimenti alla carriera, negli anni, si sono sprecati.

LA PERDITA — Brera, di lui, scrisse: “Quando l’Olimpiade viene celebrata, credo che non si accenderebbe la fiamma sul tripode sacro se non ci fosse anche Quercetani a propiziarla”. Da oggi, quella fiamma, brillerà un po’ meno intensa: l’atletica ha perso il suo più bravo cantore.

E così ha chiuso Giorgio … Anni di raccolta paziente, di schedatura di fatti, di personaggi, di cifre lo avevano trasformato nel più gentile dei computer e, sinché ha frequentato le tribune, nel più piacevole “compagno di banco”, dotato del distacco giusto e di un entusiasmo pacato. Gli è stato lieve il mondo, gli sarà lieve la terra.

Share