IMG_6945_crop_resRecupero uno scatto di quasi due anni fa, quando figli e nipoti provarono a imitare anche la marcia, appena vista in TV ai Mondiali di Mosca 2013. Ora Tommaso è in grado di seguirmi in bici per una decina di chilometri (anche di corsa) e tuttora cavalca un mezzo che lo costringe a frequenze elevate, fra rapporto corto e ruote piccole. Insieme per la campagna il Giro delle Fiandre, mi sono ricordato di misurare la mia cadenza e confrontarla con quella consigliata da TheRunningClinic.

Basta un crono e una conta veloce dello stesso appoggio … “via, 2, 4, 6, 8, 10, … 56, 58, stop” (a dire il vero ho contato … “via, 1, 2, 3, 4, 5, … 28, 29, stop” e moltiplicato per 2]. Fra “via … stop” ho cronometrato 21,4±,1 secondi che corrispondono a 168±1 passi al minuto, giusto a metà strada fra i runner a 155 e gli atleti evoluti a 180.

Per chi non si fosse mai accorto, la marcia è uno degli esercizi più esasperati dal punto di vista della frequenza, che i migliori estendono per 1h20′ e 3h40′ di gara fra 20 e 50km (1h16’36″/3h32’33” i record del mondo 2015/2014): mi auguro che Sandro Donati possa portare qualcosa di nuovo nel gesto tecnico di Alex Schwazer per recuperarlo a prestazioni di livello internazionale (1h17’30″/3h36’04” i suoi personali 2012/2007) con il bollino di una nuova integrità.

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