A Messico 1968 avevo pochi mesi di vita e a Monaco 1972 quattro anni e zero memoria, poi ci pensò il fuso di Montreal 1976 a farmi ricordare lo zio Luigi di fronte al Brionvega (B/N a 4 canali) smoccolare per Pietro solo quarto nei 200m …

Pietro-Mennea-nel-1980

Quattro anni dopo ancora in Alpago siamo chiamati da un’interminabile partita di calcio per assistere al trionfo di Mennea a Mosca 1980, mentre a Los Angeles 1984 abbiamo già un videoregistratore Panasonic a 4 testine: si poteva programmare, ma a luglio si poteva anche invertire il ciclo giorno-notte. Poi avrei consumato il nastro della maratona maschile, Carlos Lopes commentato da Lucio Gigliotti ancor più di Gelindo Bordin a Seul 1988, qui ancora col suo allenatore al microfono.

Facile allora in maratona: sveglia all’alba e arrivo a colazione. Avrei dovuto esserci a Barcellona 1992, tifoso sulla salita del Montjuic, invece sono rimasto a casa per il miglior finale delle mie stagioni. Atlanta 1996 e Sidney 2000 accomunate da opposte differenze di fuso e podi mancati degli amici Paolo Dal Soglio nel peso e Andrea Longo negli 800m: come nel 1976 ricordo molto poco, troppo sonno.

Poi Atene 2004 con la galoppata di Stefano Baldini, gustata nella sala bar al Tridente di Bibione con un gruppo che si rimpolpava coi chilometri, e Pechino 2008 con l’esplosione di Usain Bolt e Samuel Wanjiru. Infine Londra 2012 rovinata dal caso doping di Schwazer: da redimere a Rio 2016?

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