Il kenyano irpino, adottato in Pedemontana, torna all’oratoria magno greca per raccontarci in lungo e in largo, per filo e per segno, la sua esperienza alla 13^ Maratonina Città Murata …

La sveglia presto, hai ancora sonno, fuori ci sono 2 gradi. Pensi di voler restare a letto al caldo ma poi ti alzi lo stesso. Arrivi in partenza. Ti guardi attorno. Vedi tutti i partecipanti in fermento ed è lì che trovi il motivo per cui ti sei alzato presto e ti sei beccati il freddo.

A volte questa può essere la cosa più bella. Parli con i compagni di squadra, scambi qualche chiacchiera per stemperare forse la tua agitazione. Senza magari pensare che forse TU stai agitando loro. Questo atto lo hai ripetuto mille volte. Ed ogni volta pensi che questa sia la felicità. E questo di dà la carica.

Corro perché se non lo facessi sarei pigro e triste e spenderei il mio tempo sul divano. Corro per respirare l’aria fresca. Corro per esplorare. Corro per sfuggire l’ordinario. Corro … Per assaporare il viaggio lungo la strada. La vita diventa un po’ più vivace, un po’ più intensa. A me questo piace (Dean Karnazes).

La mia Maratonina della Città Murata 2018 era già cominciata il martedì con la preparazione dei 3000 pacchi gara dei competitivi. Esperienza già vissuta nel 2017 e voluta ripetere per l’intensità che quel momento mi ha dato. Il sabato vado a ritirare qualche pacco gara: mi dà soddisfazione fare questo “lavoro”.

La domenica almeno possiamo permetterci di rimanere qualche attimo in più al caldo. Ore 8.30 partenza da Bassano e alle 9.00 siamo già a Cittadella con la macchina parcheggiata. Siamo carichi ma abbiamo freddo. Ma pensando ad altro il freddo passa.

Dopo aver lasciato le sacche ed aver fatto un breve pit-stop a 5 minuti dal via siamo in griglia. Ore 10.00 ecco lo start. Quest’anno qualunque cosa succeda non mi fermerò da nessuna parte. Dopo l’imbottigliamento iniziale a Porta Bassano ecco che abbiamo il via libera per poter correre liberamente.

Cerco il mio passo e lo trovo. 4’35”. Stesso passo gara della Giulietta e Romeo. So che è il mio passo. Lo mantengo finchè al 3° km non trovo l’allegra compagnia dei non competitivi della giornata (Cristina, Titti, Leo, Moce, Sclero e FotoPaolo). Unici siete.

Ci avete dato la carica lungo il percorso. Senza accorgermene sono sui 4’32”. Penso “Vado finchè ne ho. E allora andiamo. Il freddo ormai si è tramutato in caldo. La faccia ormai è in piena paresi. Alle foto ufficiali faccio fatica a sorridere ma pazienza.

Avevo già passato i pacer dell’ora e 40 e molti metri avanti vedo Bisio e Gheno. Gli urlo per dare la carica a loro e me. Ringrazio entrambi perché avere davanti qualcuno che conosci e che vedi ti dà la forza per poter continuare (anche se sapevo di non potervi raggiungere ho voluto mantenere il passo per potervi raggiungere).

Passo dopo passo, metro dopo metro, km dopo km. Quasi non mi rendo conto che i km stanno passando forse anche perché gli altri atleti intorno a me e la natura che c’è (e forse anche il freddo) non mi fanno rendere conto.

Ad ogni ristoro seguo il consiglio che mi diede Enricoach prima di Padova (“fermati ad ogni ristoro, bevi, riprenditi un attimino e riparti”). Anche questa volta è stato benefico. Tre ristori presenti ed io mi sono fermato giusto quei 15/20 secondi a ristoro e poi ripartire.

Ma al 16° ho patito un minimo di stanchezza che mi ha portato la media sui 4’38” (media del garmin quindi non attendibile al 100%). Proseguo con quella media che ne ho. In quel tratto ritrovo di nuovo l’allegra brigata dei non competitivi.

Caro Moce scusa per la birra ma pensavo fosse acqua. Riparto di nuovo carico. Continuo ancora. 17°, 18°. Ormai siamo arrivati e non mi fermerà più nessuno. Al 19° guardo il tempo e lì realizzo che sono in proiezione 1h37. Perché non continuare.

Mi è venuto di nuovo in mente Enrico. 3……2……1……viiiiiia. Continuo ancora e al 20° mi raggiunge Davide Vivian compagno e pacer personale della mia Maratona di Padova. Mi prende e cerca di tirarmi al traguardo ma oggi ne ha più di me così lo lascio andare.

Rientriamo nello sterrato appena fuori dalle mura di Cittadella. Questo è il mio km. È l’ultimo km. DAI DESSO citando anche Sonia. Continuo e mi ritrovo sul rettilineo finale. Ormai è fatta. A metà rettilineo metto il pollice in bocca ad imitare il ciuccio grazie al fatto che a breve diventerò zio.

Supero il traguardo mi giro per vedere il tempo e leggo 1h37’. All’uscita dei risultati vedo il mio tempo. 1h37’47” Gun Time PERSONAL BEST. 1h37’13” Real Time. A 20” dal mio Best del Real Time. Maledetti. Ma comunque felicissimo.

Ultima gara dell’anno e Personal Best per il 3° anno di fila per le terre di Cittadella. Un grazie e complimenti a tutti i Nico Runners presenti dentro e fuori la gara. Per il supporto morale, psicologico che hanno dato e per la festa che ne è derivata dopo.

GRAZIE CITTADELLA. GRAZIE NICO RUNNERS – SCUOLA DI CORSA

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