Qualche anno fa ho dedicato tre lunghi pezzi nel blog, inversione di flussi, raccontando come un tempo i kenyani venissero in Italia per allenarsi e allora i tecnici andassero in Kenya per allenare (due su Renato Canova 2011/06/24 e la prolunga 2011/06/27, uno su Claudio Berardelli 2011/08/10) e come lo spiegassero al mondo.
Mi ha impressionato la storia di Zane Robertson, come le sue prestazioni (alla BoClassic ha corso 10km in 29’12”, alla mezza di Marugame è passato ai 10km in 28’10”), frutto di granitica devozione alla corsa, come quella del 25enne kenyano Paul Mutero Kuira che lo ha infilato nell’ultimo rettilineo, emigrato in Giappone (anche per studiare) come tanti suoi compatrioti (*): nelle sua progressione leggo 3’46″/13’50″/28’24” a 16 anni in località del Sol Levante.
Recupero un botta-risposta del quasi classe (2 mesi in più) Zane Robertson … Do you think you would be at the level you’re at now without moving to Kenya eight years ago? Honestly, no, definitely not. I don’t think I would have run 59:xx for the half. There’s a reason Africans have just dominated the event. I’m just a good experiment to show because I think only Ryan Hall (59:43) and (*) menziono solo Douglas Wakiihuri e Samuel Wanjiru fra quelli emersi a livello mondiale
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