Forse perché sabato sera ho spacciato in chat i racconti della gelida edizione 2014 che è ritornata la vena di cronaca dalla maratona di Roma 2019 …

premessa: un doveroso grazie a tutti i supporter Nico lungo il percorso per aver sfidato il freddo e averci regalato il calore di cui avevamo bisogno … Cittadella porta Bene

Basterebbero queste parole per far capire ai più come sia correre questa gara, ma ogni volta che entri in griglia prima della partenza non credi mai di essere abbastanza pronto o preparato.

Quest’anno sentivo il bisogno di fare bene, in fin dei conti due anni fa pur facendo il personale non ero arrivato per pochi secondi ad “abbattere” il fatidico “muro” dell’ora e trenta e ci volevo provare.

Sentivo di avere un conto in sospeso. Ovviamente la preparazione era partita già da molto tempo e sinceramente avevo già provato a prendere le misure prima con Jesolo e poi Bassano.

Gli allenamenti di avvicinamento sono stati duri ma mirati e su questo devo sicuramente ringraziare il Coach, gli inseparabili Gladiatori e tutto il gruppo dei Nico Runners.

La mattina della gara mi alzo e apro la finestra della cucina, nebbia fittissima, freddo cane e la consapevolezza di non aver dormito molto bene mi fanno pensare “oggi non è giornata, torno in letto”.

Purtroppo Mimmo deve passare a prendermi quindi pigramente faccio colazione e mi preparo. Arriviamo al parcheggio e ci incontriamo con Lorenzo. Saliamo tutti in una sola macchina e ci scambiamo qualche occhiata.

L’idea di fare la corsa in macchina sinceramente la credo ancora oggi un’ottima “idea”. Mimmo però vista l’assenza di Alberto si fa leader e scende dall’auto per partire con il riscaldamento. (Lo considero un eroe, mi saria ancora in macchina).

In zona riscaldamento siamo coperti con delle tute da imbianchino e qualche burlone nostro conoscente ci scambia per dei restauratori delle mura. Il tempo passa tra risate e qualche foto ma a quel punto un po’ di preoccupazione per la gara comincia a farsi sentire.

I piedi e le mani sono congelati e non vogliono saperne di scaldarsi. Le sensazioni sono pessime, sento le gambe stanche e il freddo è pungente. Cosa fare a questo punto?

Ero arrivato a questa competizione con la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per raggiungere il mio obbiettivo quindi mi metto in griglia e mi rilasso.

Allo sparo so già di dover partire forte perché i primi km ti fanno sempre perdere del tempo prezioso. Le gambe sembrano essersi svegliate dal freddo e l’aria non mi sembra più così fredda.

Mi sento bene e dopo il primo km comincio già a prendere il ritmo Passano tre km e comincio a intravedere dapprima Mion e più lontano Alberta. Decido a questo punto di mantenere il ritmo e rilassarmi.

I ristori purtroppo non aiuteranno molto, l’acqua è freddissima e il the caldo farebbe il resto. Decido così di saltarli e usare nel percorso tutti e due i gel che mi sono portato appresso.

Forse un azzardo ma oggi voglio giocarmi tutte le carte. Passo i 10km sotto i 43’ come mi ero prefissato e mi sento bene, Alberta sempre al mio fianco mi fa compagnia e anche questo mi aiuta.

Al passaggio del 15º km guardo l’orologio e decido di aumentare ancora un po’ il ritmo, a questo punto la mia compagna di viaggio fino a quel momento si stacca e comincio a correre in solitaria.

Al sottopasso guardo l’orologio e realizzo:”Posso farcela!”. Aumento il ritmo fino a chiudere gli ultimi due km in progressione chiudendo così una gara in negative split (45:32/44:28).

Gli ultimi metri me li godo alla grandissima ed esulto al traguardo.La gioia è tantissima, alcuni mi ringraziano e non so il perché altri li ringrazio io ed è un susseguirsi di emozioni.

Guardo il Garmin 1:29 23 real time 1:30 00 sarà poi il tempo ufficiale “un orologio” PB. Voglio ringraziare tutti i compagni di questo viaggio, ero partito correndo la mia prima mezza in 2h05’ e oggi sono riuscito a chiuderla sotto l’1h 30’.

Un “vecchio” compagno di allenamento diceva che correre una mezza sotto l’1h 30’ era alla mia portata. Grazie Cobra ora posso dire che avevi ragione!!! (però che fadiga)

100% of me is nothing compared to 1% of the team (cit. 2018)

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