2015 - StraStropparota-3732Prendo titolo e due pezzi di testo da Roberto Albanesi, ineccepibile come al solito e bravo ad apparire in testa alle ricerche di Google. Nella seconda metà arrivo al commento confortante “il pericolo disidratazione è poco reale, anche d’estate, se gli allenamenti durano un’ora o poco più; è sufficiente bere quando si è terminato l’allenamento“. Poco prima invece trovo un’indicazione preoccupante, soprattutto dopo quello che abbiamo vissuto alla StraStropparota. “Tim Noakes, uno dei più importanti fisiologi sportivi attualmente in circolazione (autore fra l’altro del celeberrimo Lore of running), ha infatti notato che le maggiori crisi di ipertermia non si verificano ad alte temperature, ma piuttosto a temperature elevate (ma non elevatissime), ma su gare di 10 km. In altri termini, il soggetto rischia di meno se corre una maratona a 32° C e bassa umidità piuttosto che un 10000 m alla morte con 35 °C e altissima umidità (probabilmente anche perché durante i 10 km non si reidrata come invece può fare durante la maratona)“.

Questi i due passaggi che hanno colpito chi mi ha segnalato le 10’000 battute e proprio dalla StraStropparota ho preso la foto di chi si bagnava la bocca al passaggio sotto il gonfiabile: difficile bere dal bicchiere in una gara di 10km – acqua a terra e sulla canotta più che in gola – e si poteva saltare il ristoro bevendo mezzo litro 10′ prima di partire.

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