1546027_903801866303195_7718251488010185687_nQuasi come il personaggio di Ludovico ARIOSTO, stavolta Orlando si è proprio arrabbiato. O meglio, ha raccontato la storia con un’ironia che non gli conoscevo nello scritto, ma alla fine è arrivata la sentenza. “Di violazioni della norma che tutela i diritti d’autore ne ho trovate tantissime, più che sufficienti per incaricare il mio legale di esaminare la questione e procedere con una diffida a proseguire con questo tipo di comportamenti, che risultano aggravati dal fatto che chi copia ha pure frequentato i miei stages e si è avvalso della documentazione messa a disposizione per iniziare una propria attività lavorativa concorrente alla mia. Per assurdo, proponendo il mio stesso metodo di lavoro“. Sulla sua pagina facebook ha confrontato un documento originale e uno contraffatto finanche nella difficile dicitura “leggermente più velocemente“. Io non ho problemi a citarlo, anzi, gli ho dedicato una pagina nel blog.

Ce ne vuole per far arrabbiare Orlando, di solito molto evangelico nei rapporti. Tre volte ho fatto compagnia ai suoi atleti ad Asiago, sede dei miei allenamenti estivi quando ero in salute: ho chiesto, mi ha ospitato, così in Barental ho sganciato un gruppetto verso il Corno (2010) e nel Boscon abbiamo allungato sotto il Torle prima di rientrare sulla strada del Trenino (2011). Proprio in questa occasione, durante la rifinitura tecnica in piazza a Cesuna, c’era un personaggio che lo seguiva a distanza in ogni appuntamento all’aperto pur non essendo iscritto allo stage. Infiltrati e importuni ci sono ovunque.

Mi è capitato che uno studente universitario ex velocista senza finanze si era messo in testa un certo tempo all’esordio in mezza un anno fa. Prima è cominciato lo scambio mail, poi è passato in negozio con una tabella che pensava funzionare per lui e l’abbiamo riadattata fra un cliente e un altro. Nel frattempo gli avevo consigliato calzature più adatte a lui, troppo grandi e deformate verso l’interno quelle che aveva ai piedi, suggerimento ribadito quando è passato a trovarci in pista per un lavoro frazionato, sempre gentile ospite. Poi il silenzio. Me ne ero dimenticato quando l’ho visto emergere fra chi smantellava gli striscioni all’arrivo della gara che avrebbe dovuto vederlo al traguardo in mezza. Troppa fretta aveva minato la salute.

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