42.195 metri = quaranta-duemila-cento-novantacinque metri: questa è la distanza da percorrere in una maratona. E solo un anno fa quando iniziai a correre “seriamente” mai avrei immaginato quanto accaduto alla mia prima maratona.

Passano le settimane e man mano si avvicina la gara inizio ad avvertire una tensione crescente: ci rido e ci scherzo con tutti, d’altronde ancora non sento il classico pugno sullo stomaco, quello che si prova per l’emozione … presente?

Fino a quando, a sette giorni dal via, non arriva la convocazione ufficiale con l’assegnazione del numero di pettorale: 1.465. “Ecco” mi sono detto “Ora ci sei! Sei nei pasticci!!!”

Una settimana ricca emozioni, paure, sensazioni, pensieri che passano per la testa, risate con i compagni di Scuola di Corsa (MI-TI-CI!! Grazieee!).

Alla fine è una lunga sfida con sé stessi e bisogna essere ben consapevoli delle incognite che sono dietro l’angolo: il caldo, le difficoltà del percorso, la voglia di arrivare in fondo che ti porta a spingere troppo … insomma, di tutto un po’!

Ma arriva domenica mattina, il giorno della gara: si parte e si va! Direzione stadio Euganeo – maratoneti e mezzimaratoneti – spirito di gruppo e voglia di fare una bella corsa, voglia di capire dove si può arrivare!

Siamo in 4 in auto e mentre guido mi scappa una risata di tensione e dico ad alta voce. ”Ridi ridi Franco finché hai fiato, che tra un po’ ne riparliamo!!” Ahahahah!!! Scoppiamo tutti a ridere!!!

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Durante i il riscaldamento pre-gara, scambio due parole coi compagni, sguardi, esercizi, stretching. Poi mi avvicino al Coach Enrico e gli chiedo gli ultimi consigli, una sorta di conforto pregara. Efficace. Top.

Si entra in pista … terza gabbia … la tensione è palpabile. Si parte! Finalmente si corre!

Una volta fuori dallo stadio si va in direzione Rubano. C’è traffico davanti a me! Inizio a superare e cercare spazio. Mi sono ripromesso di non forzare e di non andare sotto i 5 minuti al km, ma non ce la faccio: l’adrenalina va a mille!

Al sesto km mi trovo a ridosso dei 2 pacer dei 3h30′ e lì mi convinco di starmene tranquillo e di seguirli a distanza.

L’atmosfera è bella, la gente ci incita, ci applaude, grida, i bambini (meravigliosi) ci chiedono il 5 ai bordi della strada, altri ragazzi sono lì con gli stereo a palla (musica rock ovviamente!!).

Passiamo per Selvazzano e ci addentriamo in mezzo ai colli … che panorama! Di certo il percorso non è monotono.

Al 20 km faccio un check: i fastidi muscolari sono gestibili – tutto tranquillo – ma ad un tratto uno dei 2 pacer che mi sta davanti, si toglie i palloncini e rallentando mi guarda in faccia mi dice “Io mollo! Oggi non è giornata!”

Ma come ? Ma siamo matti? Io sono alla mia prima maratona e questo che è un riferimento molla così di brutto?!?!? “Bene” mi son detto ”qui la faccenda si fa interessante”.

Teolo, Monteortone, mi avvicino ad Abano e 29km arriva la crisi – eccola qua! – le gambe pesano, non girano, il caldo spacca … e vedo il pacer che si allontana: in un km perdo 45 secondi! Devo fare qualcosa, ma non so cosa.

Trovo il ristoro a 30km … provvidenziale! Mi fermo una trentina di secondi in tutto. Bevo il solito integratore e faccio due movimenti veloci di stretching. Mi sento meglio. Più sciolto. Prendo una bottiglia d’acqua e riparto.

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Da lì inizia un’altra corsa. A 37km raggiungo alcuni compagni, li aspetto, mi incitano, mi dicono “vai finché ne hai” … E allora corri cavolo! Entro in città, ci sono, stomaco che si chiude per l’agitazione. A 40km arrivano i crampi e scopro di avere muscoli di cui ne ignoravo l’esistenza!

Prendo un gel, effetto placebo o no i crampi si alleviano. Il pacer chissà dov’è … ma onestamente, chissenefrega!!

Entro in Prato della Valle, vedo il traguardo avvicinarsi, gli amici sul rettilineo finale che mi incitano. Ci sono! Ce l’ho fatta! 3ore e 35 minuti!

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Lacrime di gioia e aspetto gli altri all’arrivo. Ci abbracciamo. Fantastico! Indescrivibile! E’ andata!

Ecco la mia Prima Maratona. Qualcosa che mi porterò dentro per sempre.

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