Dopo il giorno da sogno a New York con l’esordio in maratona e il sogno di un giorno a Roma nel giorno del mio compleanno mi butto alla mia terza maratona a Madrid …

20170423_Madrid01_crop

Sono passati solo 21 giorni da Roma e non so cosa aspettarmi: mi sono appena ripreso dalla Maratona capitolina e voglio stare tranquillo. Mi presento al cancello numero 4 insieme a mio fratello, mio zio ed il suo team che fanno questa esperienza con me. Sono agitato un po’. Con Londra e Parigi, Madrid è una capitale europea che mi mancava da visitare quindi questa maratona per me ha un sapore speciale.

Parto “tranquillo” ai 5’33″/km che porto fino a 5km e primo ristoro davanti al leggendario Santiago Bernabeu: prendo una bottiglia d’acqua e riparto. Sto bene. La fatica di Roma si fa sentire perché questa maratona è un continuo sali scendi dal primo all’ultimo km. Decido di staccare il gruppo e arrivo ad una media di 4’59” a 10 km.

Sto bene ma forse è meglio rallentare. Proseguo 5’02” ai 15 km – non voglio forzare – ma sento un pochino la stanchezza ma sento di poter ancora andare. Si arriva al centro al 17 km e si prosegue. Ma ecco che arriva Plaza d’Oriente. 20 km. Il punto clou della mia gara.

Posso proseguire con la mia andatura ma decido di fermarmi un attimo al punto di ristoro per dissetarmi dal troppo caldo per poi proseguire ma scoppio. Le gambe non partono né rispondono per i crampi che mi perseguiteranno fino alla fine della gara per la bellezza di 21 km.

Non riesco a correre e decido di camminare per vedere se riprendendo un attimo posso ripartire. Ma nulla. La mia media di è abbassata fino ai 6’12″/km. Vado avanti, 30km – estadio Vicente Calderon – provo a ripartire 1 km e sento di nuovo dolore. Mi fermo. Scoppio in lacrime dal dolore ma decido di proseguire.

Ne ho fatti 30 non posso mollare quando manca giusto il giro del martedì. Cosa sarà mai. Proseguo anche con il dolore. Al 35km passo alla stazione, a 37km davanti il museo del Prado e al Ministero dell’Agricoltura (qui mi sento un po’ agricolo anch’io poiché con la lingua scavo l’asfalto).

Ritmo a quasi 10’/km ormai la gara è andata ma la medaglia deve essere mia. Ho sudato troppo per questa gara. Finalmente arrivano 40km e comincia un’altra salita, come se non ce ne fossero state abbastanza, intanto passeggio. fino a 41km e vedo l’ultimo.

Da qui provo a correre, giusto per non dare troppo nell’occhio, e arrivo sul traguardo. Mi fa male l’inguine da impazzire, ma vedo la fine. Sento la mia famiglia che mi incita sono felice. Vedo il traguardo con le lacrime.

20170423_Madrid02_crop

Passo il traguardo. 4h58’59”. Va bene. Tempo poco significativo soprattutto considerando di aver piazzato il personale a Roma 21 giorni prima. Medaglia portata a casa.

Share