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ph. Giancarlo COLOMBO/FIDAL

Mi sono suonate strane le parole di Andrea LALLI prima della maratona di Venezia (vd. @FIDAL_23/10). Un conto è dire “Mi sono allenato tanto, senza intoppi. Sono pronto.” un altro “Ora sono un maratoneta. Mi considero un maratoneta, ho iniziato la mia seconda carriera e non mi guardo indietro.” E in mezzo ci sono due paragrafi di 1’700 battute, non una gara di 42’195 metri. Parole in bocca a un atleta che ha già rinviato l’esordio due volte e, vincendo fra un infortunio e l’altro, è arrivato alla maturità dei 26 anni.

Eccolo quindi dopo l’arrivo in 2h14’26” (1h05’23” + 1h09’03”): perdere quasi 4′ nella seconda metà sembra normale, è comunque una grande sofferenza passare da 3’06” a 3’16” di media, che significa rallentare a 3’23” dopo i 30km fino a 3’30” fra i ponti. “Abbiamo trovato una giornata difficile e non c’erano le condizioni per correre molto più forte. La gara vera è iniziata a Parco San Giuliano con i primi strappi ma fino ai 30km mi sentivo bene, com’è ovvio che sia per un esordienteSono felice anche nel finale ho sofferto. Non sapevo cosa mi aspettava: ora ho capito che la maratona è veramente dura, ma la fatica non mi spaventa e sono pronto a continuare in questa avventura.” La maratona merita rispetto, come era solito dire Don Vito Corleone, soprattutto quando le previsioni meteo suggeriscono prudenza.

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