IMG_1760_crop_FBAl termine mi sono fatto autografare da Lucio e Massimo un libro mai finito di leggere ai tempi in cui mi divertivo con Odifreddi, avendo ritrovato nella serata l’entusiasmo per un dialogo sempre vivo che nel Cammino verso Santiago trova approfondimento, scenografia e tanta compagnia.

Aggiungo due aneddoti personali. Il primo lontano quasi 27 anni quando sono convocato in nazionale under 23 a La Coruña e uscendo dall’alloggio mi trovo in una piazza grande con tanta gente strana davanti a un palazzo enorme. Forse a fine agosto 1988 gli alberghi in riva al mare costavano troppo, così siamo sistemati con i pellegrini alla conclusione del cammino. Mi sono preparato per i 3’000 siepi, ma vengo dirottato sui 5’000m, dove stampo il mio primo under 14′.

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Il secondo ha quasi 3 anni, quando ho cominciato a frequentare Campo Volo lungo il Brenta per la rieducazione post operatoria. Un giorno incrocio due ragazzi carichi in modo improbabile per una gita locale e chiedo loro in inglese dove fossero diretti. Mi rispondono in veneto “Siamo in cammino per Santiago”. “Siete un po’ fuori strada”, replico. “No,” sorridono, “ci stiamo allenando per il Cammino di Santiago”. E io sono ancora per strada.

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