Il titolo come il font, le parole come le foto, che ho già richiesto per rendere merito all’arte inedita di Michele Tusino. Subito invece il testo di seguito agli scatti del 20 marzo, poi ricamato da Marco Raffaelli …

Come va il tuo blog? Mi ha chiesto Renato Canova un anno fa al congresso di Ferrara. Ho balbettato qualcosa, poi gli ho chiesto di completarmi un racconto su Lasse Viren alle Olimpiadi del 1972, lasciato in sospeso a un raduno nel 1989, poi trascritto.

Sono sbarcato tardi nel mondo blogger, solo a inizio 2011, prima del sopravvento dei social in Italia. Ho aperto un canale personale, tuttora attivo con tanto running e atletica tradizionale, dove ero presente da 30 anni come atleta, tecnico, dirigente.

Nel 2013 il grande passo: fra molte Running School ho trovato libero l’indirizzo Scuola di Corsa con cui avevo chiamato il servizio di coaching nel vicentino. Un anno dopo la scelta di focalizzarci nel bassanese con l’affiliazione FIDAL dell’ASD Nico Runners.

Portando nel nome il marchio di un gruppo che crede e cresce anche nella corsa, un angolo tecnico in negozio generico che ci dà tante soddisfazioni. Ognuno facendo il proprio lavoro, ognuno rispettando quello degli altri: sia fra colleghi, sia fra concorrenti.

Sembra banale, ma è difficile trovare e seguire la propria strada, nel reale come nel virtuale, che cambia di giorno in giorno. Rimango tradizionale nella formazione tecnica, cercando di adeguarmi in una proposizione moderna, locale quanto cosmopolita.

Racconto le cose intorno a Bassano del Grappa, fra Marostica, dove abito da sempre, e San Zeno, dove lavoro da 7 anni, e guardo altrove quando passo i confini delle persone che hanno il piacere di incrociarmi, nella corsa e nel lavoro.

Offrendo il mio punto di vista anche su cose lontane che mi offrono lo spunto per approfondire: seleziona-copia-incolla-formatta-aggiungi e sono costretto a elaborare qualcosa di nuovo, spesso stupendomi per non averci pensato prima.

Come in tante soluzioni di allenamento in pista, per dare a venti runner insieme il giusto ritmo (con 4 cronometri) da 3’ a 6’/km … spettacolo! Non so quanto ripetibile altrove, due volte a settimane, ma ognuno procede con il proprio gusto.

Ormai la mia stagione è andata, lo dicevo nel 1996, quando i miei tendini di Achille si sono ribellati un’ultima volta, e da neo ingegnere ho deciso di fare altro, sottovalutando che fare il tecnico e il dirigente, davvero, è più dura che fare l’atleta.

Poi si è aperta una finestra per tornare a gareggiare, scarifico i tendini, e per 5 anni sembra una seconda storia atletica, comunque minata da una vita troppo satura, fino all’incidente al ginocchio sinistro: caduta banale e violenta = distacco condrale.

Evidenziato solo in artroscopia, perché le risonanze non vedono tutto, così mi sono trovato senza ammortizzatori sulla testa del femore e infiammazioni permanenti alle spongiose. Basta corsa per me, sembrava, continuiamo a fare la corsa degli altri.

Trovate tutto nel blog personale aperto a gennaio 2011 e chiudendolo zoppo: operazione solo a marzo 2012, sette anni dopo i tendini, e primavera-estate di recupero. Poi stop per evitare protesi a 44 anni.

Da allora tanta bici come mezzo di trasporto e diporto e strumento di lavoro per seguire da vicino (non solo) i miei atleti, a definire sempre meglio il mio mondo a cavallo del Brenta allo sbocco in pianura: un mondo a portate di bici.

Piccola, locale, aperta, connessa: questa è Scuola di Corsa, come dovrebbe essere ogni attività sostenibile, che misuro da quanti mi fermano per strada o in negozio, aggiungendo qualcosa a richiesta per chi vede poco e vuole approfondire.

Nel blog scrivo quasi tutto, sempre meno per chi ha meno tempo, meno attenzione, meno interesse: scintille di memoria, buone per me, buone per chi c’era, buone per chi vuole replicare ovunque per sé e i suoi amici.

Un’ora, un’ora di lavoro testa bassa sulla tastiera, questo deve durare ogni stesura – articolo o newsletter – sintesi di lunghe elaborazioni o espansioni di singoli flash. Comunque significativi, comunque educativi: funzionano?

Un po’ più impegnativo questo pezzo a rate, a riassumere 6 anni di questa attività che viene da molto più lontano e guarda altrettanto lontano: perché i miei figli possano sapere, se vogliono, senza aspettare i nipoti.

Queste per capire l’editoriale di Daniele Menarini e quella ritrosia ben celata che riporta il dialogo sull’interlocutore e la sua corsa, come sul cliente e la sua scarpa (o la sua bistecca), che alla fine ringrazia.

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