Troppo facile raccontare le nostre gare quando vanno bene o quando si fanno i personali. Io questa volta voglio parlare di una gara dove sono arrivato quasi ultimo. Andiamo con ordine …

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Mi sono iscritto con l’inganno, ovvero convinto dal mio amico Alessandro Zanin che continuava a dirmi “Vieni al Venice Night!”. Io appena ho sentito la parola ‘night’ ho pensato ad una serata di soli uomini accompagnati da qualche bella ragazza. Invece il nome non era completo: si trattava del Venice Night Trail.

Quell’ultima parolina (trail) contava non poco. Si trattava anche questa volta di una corsa podistica. Ma non era una come le altre. Si correva in notturna tra le calli della città più bella del mondo. Ero stato fregato anche questa volta.

Mi sono presentato in condizioni ottimali. La sera prima ero stato ad una cena di asparagi dove mi sono lasciato andare un po’ troppo anche con il bere. Il giorno dopo, ancora in stato confusionale, non riuscivo a comprendere del tutto quello che mi diceva mia moglie.

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Avevo un forte mal di testa e mi sono fatto venir prendere proprio da lui: Alessandro Zanin. Mi sono seduto sul sedile posteriore in modo di recuperare qualche ora di sonno. Ma era inutile. Nelle rotonde la mia testa sbatteva contro il finestrino e mi svegliavo ogni volta.

Noi della Scuola di Corsa come al solito abbiamo fatto gruppo. Eravamo in tutto una quindicina. La corsa è stata quella che potete immaginare. Un bacaro tour per i vari bar di Venezia. Come noi altri concorrenti l’hanno presa con goliardia la gara.

Non c’è molto altro da dire. Abbiamo impiegato due ore e mezza per fare 16 chilometri. Nemmeno mia nonna ci avrebbe impiegato così tanto tempo. Ma in fondo è stato bello così.

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Spesso siamo ossessionati dall’orologio, questa volta è stato bello correre così. Se non bastasse ci hanno pure dato la medaglia. Una medaglia per essere andati a bacari … succede solo a Venezia!

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