Ho ripetuto l’allenamento intermittente di un mese fa, migliorandolo un po’ nei tempi e molto di più nelle sensazioni: 2x6x150m recupero 50m (22″): prima serie 25″7±”3, seconda serie 25″4±”2 (togliendo il primo in 24″3). Avrei potuto fare la terza serie, ma avevo davanti un pomeriggio di lavoro, una notte per recuperare e un altro giorno per correre.
Così stamattina ho approfittato del bollino verde Hosand e mi sono lanciato nel mio percorso di guerra – quello in blu senza prolunga con le frecce rosse: 9km a 3’35”, quasi come due settimane fa. Ecco una bella accoppiata fra un lavoro intermittente sul piede dei 2’50” – ben oltre la VMA, buono con le sue accelerazioni e decelerazioni, le spinte complete e le falcate ampie (non reggo 2m fino alla fine) – e una soglia anaerobica da consolidare ed estendere.
In un commento offline un mese fa mi scriveva un amico, mimando un veloce ottocentista, pensa facevo 8×150 rec.30″ rec.4′ poi 1×2000 rec.3′ – altra serie di 150 rec.4′ 1×1000 rec.3′ – altra serie di 150 e per finire un 1000 al massimo! Sinceramente non so come arrivasse alla fine e quanti giorni ci volessero per riprendersi. E poi quali parametri sarebbero stati modificati? Allungare i 150m a 200m o aumentare le prove da 8 a 10, accorciare i recuperi fra le prove, aumentare le distanze lunghe fra le serie … un bel mix! Che può funzionare finché tutto va bene, ma rischia di ingolfare e poi non si sa chi ringraziare (di solito la componente anaerobica).
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