Ancora fortunato col meteo al terzo sabato di aprile in centro a Vicenza: sono sceso in bici da Marostica e rientrato senza patemi, dopo aver goduto del quadro incantato di Parco Querini. Ospite d’onore, quando ormai ci stavamo allontanando, Federica DEL BUONO che ha stentato a riconoscermi, non aspettandomi fra le curve e le variazioni che frequentavo con il suo papà prima che lei nascesse.
L’ho vista bene, cercare la terra più salda del ghiaino dietro il tempio, affrontare decisa la rampetta evitando di affondare all’ingresso sud, ondeggiare fra gli alberi e la torba compatta, tornare al ghiaino senza patire prima di invertire la pendenza e godersi il lato buono fino alla discesa che chiude il giro. L’ho vista bene, forse un po’ troppo sull’avampiede per i miei gusti, con un paio di scarpe normalmente snobbate dai runner e della versione precedente. L’ho vista bene, con una cuffia nell’orecchio destro e quello sinistro libero di ascoltare il ritmo e la musica d’intorno.
So che è contenta del suo inizio di stagione in pista (4’16” sui 1’500m e 2’39” sui 1’000m), ma la aspettano traguardi più importanti nell’anno e nella carriera che vorrà concedersi. Di sicuro è cresciuta dal 2012.
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