Vi lascio con l’ultima opera del Pasina, sperando di non doverne più pubblicare. Non mi ero accorto di niente in partenza, forse perché ero dall’altra parte del gruppo. Continuo col solo testo, perché le immagini potrebbero infierire ulteriormente.

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Visto che la stagione ormai è andata e che la condizione non è delle migliori, ho deciso di approfittarne per fare degli esperimenti su me stesso. Dopo la lezione che ho ricevuto a Verona, ovvero quello di non trascurare la scorreggia del primo km, alla 6 comuni ho deciso di fare qualcosa di più autolesionistico.

La sera prima ho invitato a casa mia una coppia di miei amici, Jennifer ed Emanuele, e abbiamo fatto una grigliata di quelle assassine. Non bastasse quello, ho voluto andare oltre, scolandomi da solo una bottiglia di un vino sardo il cui nome è tutto un programma: il Cannonau, ovvero una bomba da 13,5°. Non vi racconto la cena, vi dico che alle 23 ero riverso sul divano in condizioni pietose.

Vi lascio immaginare anche il mio risveglio e le condizioni con cui mi sono presentato alla 6 comuni. I primi km ero abbastanza in difficoltà, se a Verona ero il vincitore della gara di scoregge, in questo caso ero il campione del mondo di rutti. Ogni cinque sei passi ne facevo uno ed il mio alito puzzava ancora di Cannonau.

Ho deciso quindi di non farmi del male e fare la mia gara tranquilla rimanendo e arrivando con i palloncini delle due ore. Probabilmente anche i pacer avevano bevuto un bicchiere di Cannonau dato che siamo arrivati con quasi due minuti oltre le due ore. Ho fatto peggio anche delle gare di Pescara e Budapest dove però prima avevo nuotato per un 1,9 km e pedalata per 90 km.

Sono rimasto ancora al palo con 1h43′ alla Giulietta e Romeo dello scorso febbraio, da allora non mi sono più migliorato. Ma io ero ugualmente felice, avevo imparato una cosa nuova: mai bere il Cannonau prima della gara, evitando magari anche la la grigliata.

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