Potrei dire buona la quinta, non come quella famosa sinfonia di Beethoven, ma per me è come se lo fosse. Non che le altre mie maratone siano state peggiori, ognuna ha la sua storia, ma questa nella Città Eterna è stata il top sotto il profilo fisico ed emozionale …

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Con Diego Zanella, amico amico e compagno di merende, scendo a Roma il sabato consapevoli della toccata e fuga. Al ritiro pettorali incontriamo il Giggi così passiamo il pomeriggio insieme a spasso per Roma.

Il mattino della gara già sappiamo del tempo incerto: sembra tenere, poi non mantiene. In griglia mi trovo da solo, pettorali diversi, quindi pronti … partenza … via! E subito la pioggia batte forte, ma non la sento, troppo concentrato.

Scorrono 5 e poi 10km, controllo il GPS e vedo una media di 4’54″/km … mi chiedo se non è il caso di rallentare, decido di continuare così fin che sto bene. Brivido e segno della croce in piazza San Pietro e subito dopo 1h45’30” alla mezza: ottimo avanti tutta.

Mi fermo per un rapido pit stop a 24km – non mi era mai successo – stavolta inappellabile: il minuto perso più bello che mai. Sollevato, corro meglio di prima. Intanto la pioggia va e viene, piuttosto del caldo meglio così.

Ai 30 km sulle 2h31′ penso … dai che ci proviamo non mollare … e in effetti a parte un piccolo inizio di crampo al polpaccio sto ancora bene fino a 38km dove comincio a perdere qualche decina di secondi al km.

Non riesco più ad aumentare il passo e la stanchezza si fa sentire, fino al fatidico tunnel dei 41km – ben superato con i consigli di Enrico Lunardon e Giovanni Ricchiero – e via verso l’ultimo km.

Discesa da controllare senza più molta energia. Ah dimenticavo, a 40km mi sorpassa un collega che urla a squarciagola … 30km con le gambe, 10km con la testa e 2 km con il cuore … ed è proprio vero ragazzi è così.

Piazza Venezia, vedo l’arrivo e sul display leggo 3h34′ … parto in volata piangendo come un bambino, perché dentro lo sono sempre rimasto.

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Voglio ringraziare Scuola di Corsa e tutti coloro che mi hanno incoraggiato, di persona e nei messaggi, perché una parte di questa mia piccola impresa è anche merito vostro, coach Enrico e Chiara in primis.

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