Sono passato a Echo Summit quasi 20 anni fa, aggirando la Sierra Nevada, senza entrare in quella foresta aperta al tartan come oggi solo Nike, dai 2’250m della California al livello del mare in Oregon  …

C’era da simulare l’altitudine di Città del Messico e il nuovo materiale della pista per le Olimpiadi del mese successivo e Puma s’inventò questa scarpa con 68 chiodini come il magico anno.

Unita alla rabbia di talenti eccezionali volarono verso impensabili record, subito messi al bando, come le calzature spaziali, e si perse quasi la memoria nella guerra fra Giganti.

Allora Adidas quasi monopolista e un giovane Phil Knight a proporre Tiger in America prima di inventarsi Nike per l’Olimpiade successiva e ancora nuovi modi di espandere la calzatura sportiva.

In bella sintesi la recente evoluzione commerciale, ormai orientata al rapporto diretto col cliente, senza troppe ossessioni per il prodotto e magie del fondatore all’apertura del cofano.

Basta far sognare il cliente che quella scarpa pensata per pochi sia veramente adatta a tutti e magari guadagnare secondi al chilometro senza allungare la scia di infortuni che (in)fortuni non sono.

Share