Si è fatta subito risucchiare nella partenza generale, poco dietro i top runner, poi si è fatta prendere dalla discesa iniziale a 3’30” – ancora 3’35” i secondi 5km – prima di infilare il ritmo regolare di 3’45”-50″ fino a 2h36’55” = 1h17’03 + 1h19’52” (foto @gasport).
Poteva disinteressarsi del tempo finale e curare l’ultima passerella, ma questo era il modo di onorare l’impegno con il suo pubblico fino al traguardo. Sono lontani i tempi del 2h15’25”, tuttora inavvicinato, ma la soddisfazione di oggi sembra essere la stessa di 12 anni fa.
Poi la commozione ufficiale, anche su twitter “I thank you with all my heart for all the love this week and throughout the last 20+ years” e più specificamente “Thank you to the crowds and streets of London and all the runners, memories that will last a lifetime and beyond“.
A salutare l’ultima regina del running (chi potrà mai sostituirla?) c’era un principe vero, a consegnarle il trofeo alla carriera e l’affetto di un popolo intero che l’aspettava sulle stesse strade trasfigurate dalla magia olimpica ormai tre anni fa. Colpa di una caviglia ingrata che non è più tornata come prima.
P.S. parole fatate di Giorgio Cimbrico e foto preziose di Giancarlo Colombo @FIDAL
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