Forse ci siamo già dimenticati del furbo deficiente che ha rovinato l’arrivo di Wilson KIPSANG con record del mondo alla maratona di Berlino.
L’anno precedente con somma discrezione un amico si era divertito ad accompagnare più amici nelle ultime centinaia di metri, passando più volte sotto la porta di Brendeburgo e il portale di arrivo, dopo essersi regolarmente ritirato. Mentre un altro avrebbe voluto portarsi in braccio il figlio, se fosse riuscito a organizzarsi nel finale, come un altro ha in mente di bilanciare il carico con due gemelle per il prossimo anno. Perforabile a Berlino, insuperabile a NYC il servizio d’ordine.
A fine ottobre avevo letto questa breve intervista a Mary WITTENBERG, in cui faceva ammenda degli errori decisionali e comunicativi dopo la cancellazione del 2012 … Both before and after the race was canceled, we didn’t update enough. We were always waiting until we knew what to share. We went really quiet in a way that’s not like us, and when our runners needed us most, they didn’t have that flow of conversation …
E descriveva le nuove procedure di sicurezza dopo le bombe di Boston … Many prerace events—including the Expo, Opening Ceremony, and Marathon Eve Dinner—will feature bag screening, metal detector screening, and increased video surveillance. There will be explosive-detector dogs at all race-related public events and at bag checkpoints in the Family Reunion and VIP areas … chissà quanto hanno inciso sulla fruibilità dell’evento.
NYC Marathon ha vinto ancora! Ha navigato sicura verso un nuovo record di partecipazione con 50’000 arrivati mentre il resto del mondo è sotto i 40’000. Merito anche dell’uscita diretta dalla zona di arrivo con il solo poncho felpato, avendo abbandonato tutto il resto in zona partenza dall’altra parte della città. Le polemiche di fine estate 2012 sono state superate e l’opzione “no baggage” è diventata il puntello per il nuovo record.
Per arrivare subito a 60’000 negli anni scorsi si parlava di spostare la partenza a Brooklyn, in zona logisticamente meglio servita di Staten Island, poi di fare una partenza al sabato e una alla domenica (come compensare le classifiche?). Intanto sono stati aggiunti 3’000 finisher togliendo per alcuni il ritiro del pacco dopo l’arrivo.
>>chissà quanto hanno inciso sulla fruibilità dell’evento.
Mah, io nei miei scritti pre/post NY non ne ho mai parlato… ci pensavo in questi giorni… “perché non ne ho mai parlato?”… direi di proposito, cioè in effetti non lo trovo/trovavo degno di nota.
Sì, c’erano “security check” ovunque, il controllo d’ingresso USA l’hanno addirittura spostato a Dublino, per chi transitava dell’Irlanda. Per la statua della Libertà doppio controllo, prima dell’imbarco e prima dell’ingresso al monumento.
E’ vero, siamo stati accolti dai cani al Whitehall Terminal per salire sul South Ferry, ma la cosa era inserita nel contesto, un gran bel fiume di gente comunque allegra, col pensiero (positivo) tutto rivolto all’evento. I cani erano belli e sempre piacevoli da vedere al lavoro. Si passava comunque rapidamente senza attese, si chiacchierava, qualcuno faceva già (o ancora) stretching mentre arrivavano folate odorose di burro d’arachidi.
Magari più impressione potevano farla i gommoni con mitra puntati, lungo le coste di Staten Island, ma i più nemmeno li hanno notati.
Scesi dai pullman in zona partenza, passaggio al metal detector… ma, non so… a me e ai miei compagni non ha dato alcuna sensazione negativa, perché il controllo legato ad ansie e dubbi, veniva subito sostituito dall’accoglienza e dall’accompagnamento affabile dei volontari lungo le strisce colorate di wave e corral.
Controlli, pochi o tanti? Troppi? Sufficienti? Inutili? Difficile dirlo, forse impossibile… posso dire personalmente che si notavano ma non li ho trovati invasivi, né condizionanti.
intanto non ci sono state bombe … GRAZIE del CONTRIBUTO dal CAMPO!